Se “la propria destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose” (cit. Henry Miller), rivederlo superabbronzato di ritorno dalle sue vacanze al mare in Liguria, a Lavagna, all’indomani del rientro di sua moglie Tina dall’Isola del Tino, ci fa un’impressione pressoché sconosciuta. Avrete capito che il nostro soggetto altro non è che lo Zingarelli, un (forse meglio il) vocabolario che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là in giro per il mondo. Uno che già al canto del gallo si mette a tavola per la colazione con lo zaino ripieno appoggiato sulla sedia. Anche con noi, appuntamento all’alba: seppur assonnati, siamo rimasti molto sorpresi nel vederlo sull’uscio di casa con gli scarponi ai piedi, le racchette da nordic walking in mano, moschettoni e corde appesi al tronco. Così bardato, ci ha fatto accomodare sul suo divano, a forma di seggiovia (comprato dopo averlo accuratamente selezionato dal catalogo della Ficosecco): e noi, per par nostro, non abbiamo potuto esimerci dall’entrare subito in argomento.
Ti vediamo già pronto per la tua vacanza in montagna…
Certo! Il mio motto è: tutti in Sella di buon mattino! (si riferisce al passo dolomitico posto a 2.240 metri, fra Canazei e Selva di Val Gardena).
Ci vai sempre con i tuoi amici vocabolari?
No, quest’anno in montagna mi accompagna solo il Rocci.
Intendi il vocabolario di greco antico, croce (per il peso) e delizia (per la qualità delle traduzioni) di tante generazioni di studenti del classico?
Proprio lui. Ma il Rocci è anche uno che le conosce bene, le rocce più affascinanti e impervie delle catene montuose italiane. Ed essendo entrambi assai ferrati su molti argomenti, non ci faremo certo mancare le ferrate.
Invece gli altri colleghi vocabolari dove vanno?
Il Devoto è devoto da anni a Chiesa di Valmalenco (forse perché è di cultura cattolica). Quanto al Ragazzini, a cui piace far baraonda, nessuno lo schioda dal monte Bar, vicino a Chiasso, in Svizzera: passa giornate intere a parlare di sport, a giocare a carte e a bere bianchini spruzzati. L’Hoepli, invece, si dedica al podismo oplitico, in Grecia.
Il podismo oplitico?
Sì, è una pratica sportiva che si rifà alla tradizione degli opliti, i contadini-soldati dell’Antica Ellade, inquadrati nelle falangi della fanteria pesante. Il podismo oplitico, un mix di skyrunning e tecniche miste di combattimento, consiste nello scalare di corsa gli impervi sentieri del monte Olimpo in assetto di guerra – indossando quindi un’armatura completa di scudo, corazza di metallo (o di cuoio guarnito di metallo), schinieri, elmo, lancia e spada – e ogni volta che si raggiunge o si è raggiunti da un altro concorrente bisogna ingaggiare un duello, che si conclude solo con la resa di uno dei due contendenti.
Che strane passioni hanno certi dizionari… Vabbè, torniamo a noi, o meglio a te e al Rocci. La vostra montagna preferita?
Senza dubbio è il Monviso, la montagna più alta delle Alpi Cozie: è difficile da scalare, è vero, però è bella da ammirare anche nelle giornate di maltempo. Del resto, lo conferma il noto adagio: bisogna fare Monviso a cattiva sorte. Al secondo posto, il Monte Grappa, perché scalarlo significa farsi un cicchetto in vetta. E sul terzo gradino del podio, ci mettiamo le Pale di San Martino, che quando girano garantiscono ai turisti una brezza gradevole e rinfrescante.
E all’estero?
Indubitabilmente, noi ci mettiamo i Vosgi, in Francia: ovunque Vosgi lo sguardo, sei circondato da panorami meravigliosi.
Una montagna che ancora non avete visto e che vi piacerebbe scalare?
Il Pizzo Coca, sorta di spartiacque fra Val Seriana e Valtellina: è chiamato il Re delle Orobie, perché è la cima più alta delle Alpi bergamasche. Chi ci è stato ci ha assicurato che dal Pizzo Coca si gode di una vista a 360 gradi davvero… stupefacente!
Qual è la vostra attività preferita in montagna d’estate?
Ritrovarsi ogni sera in un rifugio diverso e abbeverarci di cultura per imparare una montagna di parole nuove.
Toglici una curiosità: perché i vocabolari vanno così volentieri in montagna?
Perché, sapendo tante cose, siamo delle cime!
Un’ultima domanda: ti dovesse un giorno capitare di andare in montagna con la Tina, dove la porteresti?
Al Colle di Tenda.
Magari con una canadese…
Magari! Ma non si può fare, è troppo gelosa…
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