“Signorinella / pallida e snella / lascia la tua gonnella / e la pelliccia di vison / mettiti i pantalon / Vecchio scarpone / da ogni passione/ lascia la tentazione / non abbracciar più la Mimì / solo i famosi SCI IIIIIIII!”.
Non ci crederete, cari lettorastri (amici lettori dei comicAstri), ma appena siamo giunti alla porta di casa Zingarelli, ancor prima di bussare, siamo stati rapiti da una voce argentina proveniente dall’interno dell’appartamento. Riconoscerla per noi è stato facile: la Tina, la moglie dello Zinga, ha una voce inconfondibile. È lei che viene ad aprirci, ci saluta con un inchino; ci invita a entrare, continuando a canticchiare e a ballare, agghindata come una pastorella tirolese. Lo zaino è sul tavolo, lo Zinga è sul divano con le mani sulle orecchie. “È da stamattina all’alba che insiste con questa canzoncina… Non ne posso più. Fatela smettere, per favore, io non ci riesco…”. Allo Zinga siamo debitori, non possiamo sottrarci all’incombenza (del resto è stato proprio lui a telefonarci per chiedere il nostro intervento). Dirottiamo la Tina in cucina e proviamo a parlarci.
Allora, Tina (la partenza è in salita, dobbiamo alzare un po’ il tono della voce), ci par di capire che sei pronta per la vacanza in montagna. Qual è la tua meta?
(smette di cantare) Quella di sempre: Cortina. (Prova a intonare di nuovo la canzone, ma giochiamo d’anticipo, incalzandola di domande)
Perché Cortina?
È un posto che trovo ogni anno più incantevole che mai.
Ti accompagna qualcuno o vai da sola in cerca di silenzio e pace?
No, in montagna preferisco andare in compagnia. (Ormai pensa a noi e non alla canzone. In psicologia si chiama “costanza dell’oggetto”, e Costanza non è un’amica sua: però da qui in avanti la chiacchierata sarà in discesa).
Lo Zinga va in vacanza con i suoi amici vocabolari. E tu?
Con le mie amiche d’infanzia: Dina, Gina, Lina, Nina, Pina e Rina.
Andate con un pulmino?
No. Visto che nessuna di noi ha la patente, ci facciamo accompagnare in camper da due vecchi compagni di liceo. Del primo, amico della Dina, della Gina e della Lina, ricordo solo il nome, non il cognome: mi pare si chiami B. Gino, un giovanotto che – mi dicono – parla fluentemente latino e greco e veste tuttora in modo molto classico.
E l’altro?
È amico della Nina, della Pina e della Rina. Si chiama Bigna Mino: piccolo di statura, ma lo descrivono come un vero e proprio compendio sintetico di conoscenze e di nozioni. Sa spaziare fra tante materie, dalla chimica alla letteratura italiana, dalla filosofia alla matematica, dalle lingue straniere alla storia dell’arte.
Sarà una compagnia gradevole?
Credo che con entrambi sarà davvero piacevole e molto istruttivo chiacchierare del più e del meno. E lo potremo fare per ore, mentre magari facciamo una passeggiatina lungo i sentieri dell’Ampezzano.
Appunto, cara Tina, come passerete il tempo a Cortina?
Alla mattina non ci faremo mai mancare una bella camminatina, qualche volta ci spingeremo pure ad affrontare una veloce arrampicatina o una facile ferratina. A mezzogiorno in punto, tutti al ristorante La Forchettina, con le gambe sotto il tavolo per una frugale ma sostanziosa mangiatina. Nel pomeriggio, appunto, una lunga chiacchieratina, e a chiudere una cena ruspantina. Dopo il tramonto, ci rilasseremo con una capatina in centro. Infine, i due giovanotti nella loro suitina (piccola suite, ndr) in camper e noi ragazze nella nostra camerettina, tutti a nanna per una meritata dormitina. Perché il giorno successivo si ricomincerà con la camminatina, l’arrampicatina, la mangiatina eccetera eccetera.
Alpi Pennine o Appennini: cosa preferisci?
Alpi Pennine, soprattutto la Punta Dufour sul Monte Rosa. Come dice la canzoncina: “Ecco la montagnella che mi piace tanto e che fa Du-Du-Du-Du, Du-Du-Du-Du Dufour”.
All’Abetone, quindi, non sei mai stata?
L’Abetone d’estate non mi attira proprio. Tutt’al più potrei andare a vederlo d’inverno, quando è addobbato con palline colorate, luci, festoni, dolciumi e sui rami tanti regalini impacchettati.
Un’ultima domanda: ti dovesse un giorno capitare di andare in montagna con lo Zinga, dove lo porteresti?
Al Colle di Tenda.
Magari con una canadese…
Ma neanche per sogno! Ci andiamo solo io e lui.
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