Cari lettorastri, amici lettori dei ComicAstri! Eccolo qua l’incipit perfetto, la madre di tutti gli inizi che si rispettino, il primus inter pares di qualsiasi cominciamento degno di questo nome, il dogma di ogni tentativo di avvio letterario (o letterastrico, se a voi par più consono al nostro lignaggio).
Bene, potremmo anche chiudere qui. Noblesse oblige. Se non fosse che il pezzo non è ancora iniziato, di ciccia non ce n’è poca e dobbiamo recuperare il bandolo della matassa. A proposito di matassa… dove eravamo rimasti? Riassunto, please! Dunque, Giorgia Meloni… le piazze sinistre… il governo Gigio… Forse è meglio che ci andiamo a rileggere lo Sfooting della scorsa settimana e ripartiamo da lì.
Perciò, nel fervore delle consultazioni, lentamente ma inesorabilmente, i tasselli del complicato puzzle (corrispondente ai vari dicasteri ancora da assegnare) si stanno completando. In casa fratel-italiota vige il massimo riserbo, ma come sapete, gli spifferi, come le calunnie, diventano venticelli canterini. E noi, un po’ usignoli, un po’ falchi pellegrini, ci lasciamo trasportare dalle correnti (delle varie compagini politiche). Perciò, avanti con il totoministri (o topoministri?) del primo Governo Gigio, che non vuol esser grigio, né bigio, bensì ligio e di prestigio.
Ministero per le Riforme. Chi non ricorda lo scanzonato jingle che il mai abbastanza rimpianto Carosello ha reso celebre negli anni Sessanta? “L’è lì, è là, è là che l’aspettava / L’è lì, è là, è là che l’aspettava / L’è lì, è là, è là che l’aspettava /L’è lì, è là che aspettava Miguel”. Sì, è proprio lui, El Merendero, il candidato naturale per ricoprire questo delicato incarico, dotato com’è di calma serafica, di atarassica imperturbabilità e soprattutto di pazienza infinita. Tutte virtù necessarie, perché – lo sappiamo bene – le riforme in Italia si fanno attendere, eccome si fanno attendere!
Ministero delle Pari Opportunità. Giorgia Meloni avrebbe spinto per Wonder Woman, ma l’intervento dello stesso Mattarella ha frenato una scelta reputata un po’ troppo forte: il paese non è ancora pronto a una ministra così eccentrica sin da una mise giudicata poco in linea con la gran classe europea. Un’americanata, per dirla in maniera esplicita. Sicché l’abile Gigio, spalleggiato dalla patriottica Giorgia, avrebbe virato su Eva Kant: una scelta di estrema sobrietà, con quel pizzico di diaboliko, che fa tanto parità di genere.
Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Seppure il dicastero sia per sua natura dinamico, Topo Gigio è stato insolitamente irremovibile: ha scelto La Linea e l’ha seguita fino in fondo. Cosa dite? Che La Linea, articolo e sostantivo, si scrivono con la L minuscola? No, non ci siamo sbagliati. Gigio ha intenzione di proporre come ministro proprio La Linea, il personaggio grafico ideato da Osvaldo Cavandoli negli anni 70 (quel cartone animato costituito da un omino che percorre una linea virtualmente infinita e di cui è anch’esso parte integrante), in perenne conflitto con i numerosi ostacoli posti sul proprio cammino. Ostacoli? Impedimenti, sbarramenti, intoppi, ostruzioni, blocchi, scogli, difficoltà. Esattamente ciò che accade a chi cerca di muoversi in Italia, sia esso automobilista, pendolare o viaggiatore: col conseguente seguito di code, ritardi e quant’altro. Di fronte a qualsiasi impiccio, grande o piccolo, La Linea si trova davanti a sé una soluzione per poter proseguire (a proporgliela, il suo stesso disegnatore). Spesso deve fare la voce grossa per superare gli intralci ed evitare inutili lungaggini. Rumors di palazzo fanno trapelare che la scelta sia stata caldeggiata dalla stessa Lega, come dimostrerebbe lo strano grammelot derivato dal dialetto milanese col quale La Linea, in tono brusco, perentorio, di malcelata matrice brianzola, ama rivolgersi ai suoi interlocutori.
Ministero per le Politiche comunitarie. Quello dei rapporti con l’Europa è forse il capitolo più spinoso: tutti i 27 paesi Ue aspettano al varco Gigio e Giorgia. E proprio qui la tutt’altro che scontata abilità del premier in pectore è apparsa chiara, un oliato meccanismo semplice eppure efficace. Come una trappola per topi! Anzi, l’insolita coppia al potere ha scelto di prendere il Thor per le corna! Perché se è vero che il nuovo governo di centrodestra non abbia alcuna intenzione di inimicarsi le istituzioni europee e tanto meno i mercati internazionali, è altrettanto indubbio che il nostro paese voglia far valere le proprie ragioni, non esitando, all’occorrenza, anche a battere i pugni sul tavolo. E chi, allora, meglio del mitico figlio di Odino sarebbe in grado di farsi “martellante” portavoce, al fine di promuovere a Bruxelles le istanze dell’Italia?
Ministero dello Sviluppo economico. Chi meglio di lui saprebbe incarnare lo spirito imprenditoriale, intraprendente e creativo, del nostro paese? Tutto ciò che tocca diventa business: ha iniziato con l’immobiliare, poi si è cimentato con successo nel campo della tv commerciale, non ha neppure disdegnato il mondo del pallone. Sì, Topo Gigio ha pensato proprio a Silvio Berlusconi per occupare una casella decisiva per il rilancio economico del paese. Obiezione, vostro onore: “Ma il Cavaliere non è un personaggio dei cartoni animati!”. Obiezione respinta: l’avete visto gigioneggiare in campagna elettorale su Tik Tok? Come ha scritto Maestro Yoda proprio sul Sussidiario: “Ecco apparire su Tik Tok un personaggio che sta a metà tra un cinese e una marionetta di Podrecca”. E quando si parla di sviluppo, tra impresari (il Berlusca nell’entertainment, il Podrecca nel teatro delle marionette) è facile intendersi…
(2- fine)
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