Sentite ancora, lettori stanziali ormai in piena seconda ondata, quell’eco che scuote tutto il paese, un certo qual rimbombo che riecheggia dalle Alpi a Pantelleria, questo clamore di popolo indomito pronto alla pugna? Nooo? Nemmeno noi: chiusi in casa come siamo, ci dimeniamo tra rari film del neorealismo finlandese e documentari sugli armadilli clamidofori troncati per compiacere le nostre dolci metà e in attesa che passino questi noiosissimi quindici giorni che ci separano dal ritorno alle cose che contano: noi il ritmo “campionato-Champions-campionato” lo reggiamo un gran bene!
Eppure… c’avete fatto caso? Noi sì, perché l’incanutimento avanza inesorabilmente. Sarà per questo, sarà quel che sarà, sarà perché ti amo, sarà sarà sarà per te, Sara svegliati è primavera, ma le parole del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, non ci hanno lasciati indifferenti: “Il Paese non può permettersi un nuovo lockdown”, ha affermato in una nota sui social, e fin qui tutto bene. Ma attenzione: “…bisogna intervenire sulla categoria più fragile, gli anziani”. Infine, la ciliegina sulla torta: “…dobbiamo tenere conto di questo dato: i decessi avvengono solo tra pazienti molto anziani, persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate”.
Apriti cielo! Prima del più classico dei “sono stato frainteso”, si è scatenata l’Apocalisse contro questo appello a “totelare” dal Covid la nutrita e canuta “silver generation” italiana.
I primi a intervenire sono stati quelli della FederUmarell, che come certamente sapete è il sindacato che dà voce a quella nutrita categoria di anziani intenti a osservare i cantieri cittadini, sempre prodighi di consigli a muratori e carpentieri. “Stigmatizziamo l’accaduto – così si legge in una nota – e invitiamo il presidente Toti a recarsi in un qualsiasi cantiere della sua regione a constatare il positivo e del tutto gratuito apporto che la categoria offre per il bene del paese. E se rimanesse sulle sue posizioni, avremmo strumenti efficaci per fargli cambiare idea”. Una malcelata allusione a tenaglie, scalpelli e affini? No, solo la “minaccia” di presentarsi in massa, tutti rigorosamente con le braccia dietro la schiena, davanti al Palazzo della Regione Liguria come testimoni oculari, allenati all’osservazione scrupolosa e con molto tempo a disposizione, che vigilano sull’operato del povero Toti, esercitando un’ossessiva azione di controllo.
A seguire nella repentina presa di posizione a favore degli over nazionali sono subito scesi in campo i comitati ecologisti locali dell’A.S.S.A.I. Anziani (Associazione Sviluppo Sostenibile Agli Individui Anziani): “Le persone di una certa età hanno ancora qualità inimmaginabili: sono innanzitutto biodegradabili, a basso impatto ambientale, possono essere riciclati (come nonni, o per lavori che possano favorire l’ambiente senza danneggiarlo: il numero di ortisti sopra i 60 anni è davvero elevato). Perciò di notevole capacità produttiva. E, permetteteci, anche riproduttiva: conosciamo infaticabili settantenni che darebbero la biada a certi fiacchi giovanotti delle valli bergamasche e bresciane!”.
Non potevano poi mancare i gruppi LGBTQP (l’acronimo lo conoscete, l’ultima consonante sta per Prostatici): “Per quanto prostràt* dal lockdown, anzian*, pensionat* e vecchierell* di tutti i gender non sono dispost* a essere discriminat*: quest* attempat* signor* non accetteranno mai di essere vittim* di qualsivoglia atto intimidatorio di umotransfobia, cioè dell’acclarata avversione ossessiva per la transumarellità!” ha sentenziato il (o “la” o **) loro presidente nazionale.
Di tutt’altro tono la solidarietà dei centri sociali. Sempre in Liguria va segnalata l’iniziativa di una nuova formazione anarchica, denominatasi “Gruppo Trenette al Pesto duro e spacco Toti a pancia piena” di Celle Ligure. Il sit-in di protesta da loro organizzato, è stato chiamato “Tutti contro Toti, Toti contro tutti: no agli anziani sotto Totela”, con la finalità di portare nella centralissima Piazza del Popolo centinaia di ultrasessantenni. Predisposte apposite panchine divelte dai parchi pubblici della città, in previsione che molti dei non più scattanti invitati avrebbero fatto fatica a sedersi per terra. Il risultato però è stato deludente: di nonnini in piazza se ne sono visti pochi (erano quasi tutti sul lungomare a godersi il bel sole pomeridiano che la riviera offre anche in novembre); per contro, il gesto incivile delle panchine è costato a molti giovani anarchici l’arresto immediato, con conseguente soggiorno… in celle! Che non sono quelle di Celle, bensì quelle nelle non molto lontane carceri di Marassi, dalle quali si può respirare il “clima partita” quando giocano (nel vicino e omonimo stadio) Genoa e Sampdoria.
In conclusione, un consiglio che può valere per Toti e per tutti: se si parla di calcio, qualsiasi sproloquio diventa opinione. Ma se si affronta qualche tema più specifico, come in questo caso, forse è meglio rivolgersi a un addetto ai lavori. Nel caso specifico: uno zio settantenne, un portinaio alla soglia della pensione, un sacerdote (categoria che va in pensione allo scoccare dei 75). Alla disperata, si può telefonare alla Federumarell: loro sono prodighi di consigli. E li dispensano sempre gratis!