Che fai tu luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga di riandare i sempiterni calli? (Giacomo Leopardi, “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”)

Sarà perché, mai come quest’anno, il tempo è stato così lunatico, alternando grandinate tropicali, con chicchi così grossi da farci sembrare sventurati raccattapalle un po’ stralunati capitati casualmente a Wimbledon, a giornate torride con temperature roventi tali da poter grigliare costine e salsicce direttamente sull’asfalto.



Sarà perché, nonostante le rassicurazioni del governo e le stime positive sui tassi di crescita del nostro paese dei maggiori istituti, l’inflazione ha colpito duro e gli italiani hanno capito che con questi chiari di luna in autunno ci sarà forse da tirare ancora un po’ di più la cinghia.

Sarà soprattutto perché milioni di ragazzi e migliaia di docenti e collaboratori scolastici iniziano già ad avere la luna storta perché il ritorno in classe è ormai imminente, ma l’incipit leopardiano, cari Lettoràstri (amici lettori dei ComicAstri), ci è sembrato il più adeguato a onorare, in questo fine agosto che segna la fine delle ferie, il nostro appuntamento settimanale con voi (chiamiamola la nostra personalissima luna di miele…) in cui, da par nostro, cerchiamo di farvi essere di luna buona. Sia chiara, però, una cosa: non è nostra intenzione farvi vedere la luna nel pozzo!



A tal proposito, anche la cronaca ci è venuta in soccorso, perché è letteralmente andata a lune. Niente a che vedere con l’essere incostanti o soggetti a sbalzi d’umore, come seguendo il ritmo delle fasi della luna, subendone gli influssi.

Nel breve spazio dell’ultima decade d’agosto, infatti, si è consumato nelle profondità dello spazio celeste un durissimo sprint a due, che ha visto impegnate Russia e India nel tentativo di raggiungere per prime il Polo Sud del nostro satellite, finora inesplorato e ritenuto ricco di ghiaccio. Vi togliamo subito ogni suspence (anche perché non spoileriamo proprio niente): ha vinto l’India con la sua navicella “Chandrayaan-3”, che significa “Veicolo lunare” in hindi e sanscrito. E Luna-25, la sonda russa? Ci fosse stato un Patrizio Bertelli col colbacco, il veicolo si sarebbe certamente chiamato Luna Russa e non avrebbe sfigurato con gli avversari. Invece se ne sono persi i contatti il 20 agosto dopo il suo violento impatto con il suolo lunare, tanto che si sarebbe distrutta. L’ente spaziale russo Roscosmos non ha voluto commentare la disfatta, ma pare che qualche ingegnere abbia dovuto ammettere: “Che figuraccia! Abbiamo proprio fatto una gran… putinata!”.



Tre giorni dopo, invece, il lander Vikram ha toccato il suolo selenico e a Bangalore gli scienziati nella sala di controllo dell’Isro (l’ente spaziale indiano) si sono lasciati andare a un boato da stadio. Lo stesso premier Narendra Modi ha assistito in diretta all’evento sventolando con orgoglio una bandiera dell’India e il più importante quotidiano economico del paese, l’Indiana Dow Jones, ha titolato: “Questo allunaggio è una notizia davvero Bombay!”.

L’impresa del colosso asiatico rilancia in grande stile la corsa alla conquista dello spazio. In fila si contano già parecchi paesi, a partire dalla Cina. E anche l’Europa vorrebbe dire la sua, anche se – come spesso accade – in ordine sparso. La Svizzera, per esempio, potrebbe presto mettere in rampa di lancio il suo futuristico “VeLuCù” (Vettore lunare a cucù), con la navicella a forma di uccellino che fuoriesce a tutta velocità da un tunnel sotterraneo. Al contrario, l’Ungheria (“Andare sulla Luna ci richiederebbe tempi troppo l’Unghi”) e la Repubblica Ceca (“Le missioni nello spazio? Ci infileremmo in un vicolo ceco”) hanno ufficialmente già fatto sapere di non essere interessate.

Si prefigge dunque all’orizzonte un duello cruciale tra l’astro nascente dello spazio indiano e gli Stati Uniti, che sono da sempre la stella polare in questo tipo di missioni. Una domanda si pone, a chiusura di questo pezzo, scritto ovviamente più da Luno che da Laltro (per chi ancora non lo sapesse, sono i nostri pseudonimi): ma se Nuova Dehli tra qualche anno facesse allunare “dieci piccoli indiani”, la Nasa sarebbe pronta a rendere la pariglia con una missione capace di portare sul suolo di Marte un manipolo di eroici cow boys? Visto il soprannome di pianeta rosso, quale appellativo migliore di “Hombres rojos”? John Wayne sarebbe fiero di noi!

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