A che punto siete, lettorastri (amici lettori dei ComicAstri)? Sospesi, come di certo vi sentirete, tra l’ineluttabilità della quarta ondata e il dilemma della terza dose di vaccino, auspicate il cammino verso una seconda stella (Edoardo Bennato, “L’isola che non c’è”), certi che, prima o poi, addà passa ‘a nuttata. Piaciuto il conto alla rovescia tra le pieghe dell’incipit? Se sì, veniamo a noi. Se no… idem con patate!
Cosa offre la ditta, questa settimana? Se disponete di venti buoni euri da spendere, il libro ve lo segnaliamo noi. E sborsarli per l’acquisto dell’ultima fatica cartacea di Bruno Vespa è un modo “to stay in trend, to have propensity for actuality and to show inclination to develop and refine your ideas”. Perché, diciamocelo, cosa c’è di meglio che essere di tendenza, avere una spiccata propensione per l’attualità e mostrare un’inclinazione a sviluppare e rifinire le proprie idee? Il libro di Vespa lo fa mettendo a confronto due dittature, quella di Benito Mussolini e quella del signor Covid (così lo chiama l’autore) in un susseguirsi di comparazioni, confronti, parallelismi e raffronti che la sagace penna sa districare perfettamente con piglio deciso e mano sicura.
Certo che una recensione così, seppur breve, meriterebbe una degna percentuale sulle abbondanti royalties delle quali il giornalista di “Porta a Porta” sarà invidiato beneficiario. Ma noi non vogliamo far torto a nessuno. Perciò, già che siamo in vena di suggerimenti letterari, altri vorremmo elargirvene. Perché quando Bruno Vespa edita un libro per una grande casa editrice, quasi in contemporanea, onde sfruttare l’onda, si scatenano i piccoli editori, che danno alle stampe leggeri volumetti e agili pamphlet che, in un modo o nell’altro, possono essere assimilati al bestseller magno.
E qui vogliamo regalarvi i nostri suggerimenti su quanto di meglio il simil-vespaio librario presenta in materia. Titoli – ne siamo certi – che vi pungeranno lo spirito e la mente, andando ad arricchire i vostri scaffali o per lo meno ad abbellire i vostri salotti, letterari e non.
Bruno Calabrone, “La Lega (forse) si slega. Giorgetti avrà i Maroni per prendere il posto di Salvini?” (RiLegaToria Pontida). È il tema del momento, la “guerricciola in atto tra il vezzeggiativo e il diminutivo dei Lumbard”, come la definisce l’autore. Sarà colpetto o scherzetto quello che Giancarlo (Giorgetti) potrebbe rifilare a Matteo (Salvini)? Una cosa è certa: per portare a compimento l’impresa serviranno gli attributi…
Bruno Mosca, “Finché c’è Speranza, c’è Speranza” (Libri Abbi Fede Per Carità). Da quando Roberto Speranza siede sullo scranno del ministero della Sanità, gli italiani non hanno più fede nella scienza, non coltivano più la speranza che l’emergenza Covid finirà e sopportano restrizioni, iniezioni e certificazioni verdi solo per carità di patria…
Bruno Bombo, “Da Andrea Orlando a Daniele Franco. Il Dizionario dei nomi propri che contano” (Edizioni Nomen/Omen). Un tempo a contare erano “L’importanza di chiamarsi Ernesto” e “Bond, il mio nome è James Bond”. Ma oggi questo opuscolo di Bruno Bombo – una vera autorità nel campo dell’Antroponomastica, tanto che nei congressi mondiali il suo ingresso in sala viene accolto dai suoi colleghi luminari con un corale e ammirato “Ecce Bombo!” – sgancia una vera bomba sulla scienza dell’antroponimia: i cognomi non servono a nulla, per arrivare a occupare le poltrone che contano è necessario farsi un nome, anzi un doppio nome!
Bruno Ape, “Ogni benedetta domenica. Testi, orazioni, canti, gesti e omelie di Maria Cristina Messa” (Pac&Bene Editore). Messa così, questa biografia della Messa, oggi ministro dell’Università, assomiglia più a un messale. Bruno Ape ce l’ha messa tutta a volteggiare, con un lavoro certosino, fra gli scritti della Messa come un’ape di fiore in fiore, distillando il nettare del suo pensiero, che ha sapientemente e largamente impollinato tutta la cultura universitaria italiana, fino a ieri messa molto male.
Bilbruno Baggins, “Meglio un giorno da Draghi che cento da Elfi” (Edizioni Gandalf). In un immaginifico mondo (Mattarelland), popolato sì da santi, poeti e navigatori, ma anche da creature malvage e oscure forze nuove, cupi personaggi tramano nell’ombra, desiderosi di arrivare al Potere dei Sette Colli. Ci vorrà la forza di un nobile cavaliere, trasformatosi in creatura alata e fiammeggiante, per riportare la giustizia (rappresentata da “tre grandi segni”: sole, pizza e Pnrr) e l’armonia nella terra dei cachi.
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