Cari lettorAstri (amici lettori dei ComicAstri), entriamo senza indugi in argomento. Perciò: sapete chi è Diana Prince? Detto così, tra il lusco e il brusco, potreste rimanere basiti. E allora, un aiutino: è un’amazzone dalle incerte quanto nobili origini. Nebbia in Val Padana? Aggiungiamo che è la Principessa di Themyscira. Buio pesto, come il film della scorsa settimana? Allora vi accendiamo la luce: è dotata di un corposo arsenale di oggetti magici (tra cui il Lazo della Verità), indossa un paio di braccialetti indistruttibili, possiede una tiara che funge da proiettile e, nelle storie più vecchie, una gamma di dispositivi tecnologici da fare invidia a James Bond. Vi arrendete? Aperitivo pagato alla prima occasione? D’accordo, ve lo diciamo noi! Si tratta di Wonder Woman, eroina dei fumetti Marvel e di film dove appare talvolta protagonista, talvolta comprimaria.
Il perché dell’indovinello è presto detto: la nostra compie 80 anni, ovviamente ben portati (vedere per credere), visto che in questi ultimi anni il personaggio è stato interpretato dalla modella israeliana Gal Gadot.
Una ricorrenza, caduta il 21 ottobre scorso, che l’universo dei supereroi Marvel ha pensato bene di organizzare a dovere, con una sontuosa festa a sorpresa. I rumors fatti girare ante e post festeggiamenti starebbero ad indicare come l’idea della festa sia venuta a Mr. Fantastic (l’infinitamente elongabile dei Fantastici Quattro, che sono praticamente il Quartetto Cetra dei fumetti e dei film d’avventura americani). Il mensile specializzato in “superheroes gossip” Eva Kant 3000 rivela come Reed Richards (il vero nome di Mr. Fantastic) sia segretamente innamorato di lei, e mostra delle immagini assai eloquenti dalle quali si evince un tentativo, abbastanza manifesto, di allungare le mani su Wonder Woman; la quale è riuscita però a tenerlo a debita distanza. Il gossip non dev’essere sfuggito a Susan Storm, moglie e compagna di vita del nostro manolesta. “Non mi faccio vedere troppo in giro, ma non sono mica pirla” avrebbe detto, suscitando le contro-ire del maritino, che, insospettito dalle parole della consorte, ha immediatamente temuto un flirt della di lui consorte con Josè Mourinho.
Ma questa è un’altra storia, direbbe (come effettivamente dice nel suo romanzo “La Storia Infinita”), Michael Ende, e la racconteremo un’altra volta. Ritornando alla super-tresca, lui-lei-l’altra, Eva Kant 3000 ipotizza che sia stata proprio Susan Storm a fare in modo che la festa prendesse una piega del tutto diversa. State a sentire…
Wonder Woman, una volta svestita dei panni di Wonder Woman, allorché dismette l’orrendo costume da bagno rosso con tanto di cerchietto dorato sui capelli, ha una vita pressoché identica a tante giovani donne come lei. Esce la mattina, sbriga le cose sue e torna a casa: un palazzo signorile – dettaglio assai importante nel prosieguo del nostro racconto -, dimora di un’altra eroina di ben altro settore. Nientepopodimeno che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Dev’essere stato un gioco da ragazzi, per una grande appassionata di enigmistica come Susan Storm, fare un “cambio di iniziale”, e sostituire, sulla targhetta sulla porta, la scritta “von der Leyen” con Wonder Leyen.
E per un crudele gioco del destino, nonostante i variegati super poteri di cui sono dotati, i nostri supereroi ci sono cascati come super-pere cotte.
Entriamo nel dettaglio: il primo ad arrivare è stato Superman. Gli è sempre piaciuto essere in orario: e anche adesso, che lo hanno risceneggiato bisessuale, trova che la puntualità faccia molto gender, perciò giovi al suo personaggio. Dunque, nemmeno il tempo di capire se al cospetto di una porta aperta si trovasse proprio lei, Ursula, o il gentile consorte, il nuovo Nembo Kid si è messo a mulinare le sue braccia nerborute, esclamando: “Ursù, facciamolo qui!” e ha schioccato un sonorissimo bacio a Ursula (il marito non era ancora tornato dall’ufficio: chissà come l’avrebbe presa…).
Con modi di fare alquanto tatcheriani (era o non era, l’ex prima ministra, soprannominata la Lady di Ferro?) Iron Man ha suonato il fatidico campanello: sottobraccio, come regalo, un quadro di Gianfranco Ferroni (poteva essere altrimenti?), pittore italiano, appartenente al movimento della Metacosa (cosa sia il movimento in questione? Non sapremmo raccontarvelo neppure a metà!). Per la cronaca Superman, in un angolo del salotto, aveva occhi languidi anche per quel gran fustacchione d’acciaio…
Poteva mancare l’incredibile Hulk? Si è presentato alla porta con fare gentile, ma al quinto scampanellio, non ricevendo alcuna risposta, è diventato tutto verde dalla rabbia. È finita con la porta sfondata e il marito di Ursula (appena rientrato dall’ufficio) alla ricerca di una tuta XXXL da mettere addosso al malcapitato dai vestiti oramai stracciati.
Trovati i panni ad Hulk, si è improvvisamente palesato sulla porta (o meglio, quel che ne rimaneva) il mitico Thor, accompagnato dall’inseparabile martello, col quale fa coppia fissa (mai come di questi tempi, i gusti sono gusti). Notato in tinello il quadro di Ferroni in bella mostra ed appena scartato (nel senso di estratto dall’involucro di carta, non nel senso di rifiutato) cosa poteva fare, se non offrirsi di appenderlo alla parete? Un solo colpo, ben assestato, e il tinello si è unito al salotto in un quanto mai originale open space. Applausi degli astanti, perplessità del marito di Ursula, in procinto di tornare in ufficio a sbollire l’ira (d’altronde… ti metti a litigare con un supereroe? Ti puzza la salute?).
Last but not least, ecco il Quartetto cetra… pardon, Fantastici Quattro. Mr Fantastic, ancora sulla soglia di casa, è rimasto fulminato dallo sguardo di Elektra. Vi si è approcciato, mentre era ancora sul pianerottolo, con la tecnica del braccio morto (sorta di mano morta superpotenziata). La contrarietà della Donna Invisibile ad un tale atteggiamento del marito, manco ve la stiamo a raccontare tanto era… visibile. Superman, accaloratosi dopo l’arrivo della Torcia Umana, ha cominciato a fantasticare ad alta voce (“Sarai la mia nuova fiamma, vedo già una complicità che si accende tra di noi”). Stessa cosa con la Cosa (la cosa, con la C minuscola, sta facendo impazzire gli sceneggiatori di Superman, che non riescono più a tenerlo a freno), peraltro già infastidito dal quadro di Ferroni, col suo movimento della Metacosa.
Nel frattempo, la povera Ursula cercava di darsi da fare, ignorando il perché di quella super-invasione, ma offrendo quel poco che si ritrovava in casa: a Superman una bottiglia di un superalcolico, ad Iron Man un assaggio di Ferrochina Bisleri, a Hulk un incredibile bicchierone di verdicchio e menta (de gustibus non disputandum), a Thor un thorbato di Alghero (eccellente vino bianco dai sentori di fiori di cardo e di erbe mature), ai Fantastici 4 uno stock di fantastico Stock 84.
In preda all’euforia alcolica dei convenuti, uno tra i più sobri (ca va sans dire), segnatamente la Torcia Umana, si accalora in una originalissima proposta: “Ma perché non organizziamo un bella gara a braccio di ferro? Chi vince, alla fine sfiderà Wonder Woman. Wonder… ci stai? Ma dove sei finita?”. Una ricerca che si concluderà con un nulla di fatto.
A qualche chilometro di distanza, in uno dei tanti sontuosi uffici dove esercita la sua professione (è direttore di un centro di sperimentazione clinica) Heiko von der Leyen sta fumando una sigaretta insieme ad una giovane e avvenente donna.
“E’ ora, Heiko, devo andare. Sono di turno in città”.
“Ma anche stasera, Wonder, anzi, Diana, che è il tuo compleanno?”.
“Sempre meglio così, che finire in quella bolgia di super-matti a casa di tua moglie. Buonanotte caro…”.
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