L’EUROPARLAMENTO DEFINISCE CRIMINE UE LO SFRUTTAMENTO DELL’UTERO IN AFFITTO

Il Parlamento Europeo ha approvato lo scorso 23 aprile la direttiva contro lo sfruttamento della maternità surrogata definendola un eurocrimine a tutti gli effetti, assieme ai matrimoni forzati e alle adozioni illegali: questo prevede il testo finale approvato dall’Eurocamera con 563 voti a favore, 17 astensioni e soli 7 voti contrari. Prossimo step previsto è che la direttiva sui nuovi eurocrimini venga adottata formalmente dal Consiglio Ue entrando poi in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.



Nella nota finale dell’Europarlamento viene spiegato come la nuova norma contro la tratta degli esseri umani arriva a criminalizzare «il matrimonio forzato, l’adozione illegale e lo sfruttamento della maternità surrogata». Non solo, la medesima direttiva contro l’utero in affitto (o GPA, gestazione per altri) punta a rafforzare il coordinamento tra le autorità Ue anti-tratte e le competenti in materiale di asilo: vengono introdotte anche sanzioni per le imprese eventualmente condannate per tratta, con provvedimenti tipo l’esclusione dagli appalti o l’ottenimento di aiuti europei.



Soddisfatta la co-relatrice della direttiva, esponente del gruppo di Sinistra, Eugenia Rodríguez Palop: «12 anni dopo l’adozione della direttiva si è resa necessaria una revisione, poiché la tratta sta diventando sempre più sofisticata e le risorse a nostra disposizione sono rudimentali». La tratta degli esseri umani, conclude l’europarlamentare spagnola, è effettiva tortura e dunque «l’autore del reato deve pagare per ciò che ha fatto e la vittima deve ricevere un risarcimento per ciò che ha sofferto».

SODDISFAZIONE DAL CENTRODESTRA PER IL VOTO UE: RESTA PERÒ IL TEMA DELLA MATERNITÀ SURROGATA IN QUANTO TALE

Alla proposta lanciata dai gruppi di sinistra in Europa hanno aderito praticamente tutti gli europarlamentari anche del Centrodestra, dal PPE a ID e ECR: in Italia il voto contro lo sfruttamento della maternità surrogata è stato ben recepito dai vari esponenti della maggioranza, a cominciare dalla vicecapogruppo di FdI alla Camera Augusta Montaruli, «In Europa il matrimonio forzato, l’adozione illegale e lo sfruttamento della maternità surrogata diventano reati. Questa è  l’Europa che ci piace. Un’Europa davvero più vicina alle donne, che contrasta ogni forma di violenza e sfruttamento. Mentre  in Italia c’è chi propone ‘gravidanze altruistiche‘, sponsorizzando il mercimonio di donne e bambini, anche in Ue si boccia  una pratica disumana quale quella dell’utero in affitto».



Per la deputata FdI Carolina Varchi il passaggio del Parlamento Ue contro lo sfruttamento è qualcosa di molto importante e rende di fatto “canalizzato” il disegno di legge al Senato a sua firma proprio sull’utero in affitto come reato universale: «il voto in Ue arriva dopo anni e anni di impegno da parte nostra, dopo le parole nette di condanna della Santa Sede nei confronti della maternità surrogata. La nostra posizione in questo senso è sempre stata molto chiara, anche quando eravamo tra i pochi a difendere certi principi: l’utero in affitto è una pratica disumana». Per il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, è molto positivo che a livello europeo «ci si pronunci contro l’utero in affitto. E’ una pratica barbara che deve essere considerata un reato universale, come in tanti proponiamo da tempo».

Fuori dalle reazioni politiche, resta un punto di merito che probabilmente ancora non è stato tematizzato a dovere: l’Ue condanna lo sfruttamento della maternità surrogata, non dice nulla però della pratica in sé (e forse anche perché va ben oltre la politica). Eppure come ha più volte osservato anche di recente Papa Francesco, è la disumanità contro la donna e contro il bimbo in essere ad essere potenzialmente centrale nel tema dell’utero in affitto: per capire meglio il rischio di tale effetto occorre forse guardare la reazione di chi da anni ne teorizza la possibilità anche in Italia dove pure per legge è ancora vietato. In commento al voto in Ue sulla direttiva contro la tratta, l’Associazione Luca Coscioni (di estrazione radicale, ndr) spiega che l’Europa «ha quindi scelto di non cedere alle pressioni di alcuni gruppi che chiedevano l’introduzione di un divieto assoluto della GPA in ogni sua forma». Secondo Filomena Gallo e Francesca Re, rispettivamente Segretaria nazione e membro di giunta dell’Associazione, la richiesta dei pro-life si scontrava con il «rispetto dei diritti umani e le legislazioni attualmente in vigore in Grecia, Portogallo e Gran Bretagna che prevedono regole per una gravidanza per altri cosiddetta “etica”, ovvero fondata sul consenso e la partecipazione informata di tutte le persone coinvolte». Come a dire, brava Europa (su proposta di legge nata a sinistra) che ha condannato lo sfruttamento ma non la pratica in sé dell’utero in affitto: ecco, siamo così sicuri che ci si debba “fermare” alla (giusta) condanna del traffico indegno di maternità surrogata? Sicuri che non vi sia un problema alla base di cosa si intenda e di cosa si provochi con la GPA?