«Come vive Berlusconi il ricovero? Male. Aveva fatto di tutto per evitare il contagio. Poi lotterà, come sempre. Siccome sa benissimo di avere molti nemici non vuole dar loro la soddisfazione di andarsene»: Vittorio Sgarbi risponde così nella lunga intervista a Repubblica alla spiacevole disavventura vissuta in questi giorni dall’amico leader di Forza Italia, positivo al Covid-19 e ricoverato al San Raffaele di Milano. Per chi come Sgarbi aveva organizzato il seminario al Senato sulla messa in dubbio del reale stato di emergenza – attualmente – della pandemia Covid-19, il contagio di Berlusconi non ha fatto cambiare idea: «Io ho seguito le tesi dei professori Zangrillo, Clementi, Gismondi, Rigoli, che affermano che la letalità è ormai quasi azzerata. Sedici morti le sembrano numeri da epidemia? Briatore, Zingaretti, Ascani e tantissimi altri ci dicono che dal Covid si guarisce. Mi chiedo allora perché bisogna annunciare a tutti che si è malati? Se uno contrae l’epatite C lo rivela al mondo? Se Zangrillo cambia idea sul “Covid clinicamente morto”? La cambio anch’io».



SGARBI, IL COVID E BERLUSCONI

Un affettuosa vicinanza all’amico Berlusconi ma anche il ricacciare indietro le ironie di chi non vede l’ora di “togliere di torno” l’odiato nemico politico di una vita: Sgarbi non fa i nomi ma con la sua consueta “foga” contesta tutti i detrattori del forzista, ma lancia stoccate anche ai suoi più fedeli “estimatori”. «Non è vero che gli devo tutto: lui dipende da me non viceversa. Sono un precursore di Berlusconi, che mi ha seguito nelle battaglie culturali. Io all’epoca ero già in Parlamento, dove attaccavo Di Pietro e difendevo Craxi, lui Di Pietro invece lo voleva ministro dell’Interno. Poi ha capito». Infine il sindaco di Sutri lancia un aneddoto sul suo particolare rapporto con Berlusconi: «Siamo diventati amici perché amiamo entrambi la vita. Una volta lo invitai a tenere la prolusione alla mostra “Con gli occhi di Caravaggio” al Museo diocesano a Milano. Arrivò all’ultimo, impreparato. Gli dissi due cose e fece un discorso meglio di uno storico dell’arte. Poi mi chiese di presentargli la bionda seduta in prima fila. Era Vittoria Risi, la pornostar».

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