Presente al convegno “Covid-19 in Italia, tra informazione scienza e diritti” insieme ad Andrea Bocelli e Matteo Salvini, Vittorio Sgarbi ha riacceso le polemiche parlando del coronavirus. «Il coronavirus in Italia non c’è più», il giudizio del critico d’arte, che ha dedicato una stilettata al premier Giuseppe Conte: «Se entriamo in un locale chiuso mettiamoci la mascherina, ma dobbiamo continuare a vivere. Sennò Conte tra due anni dovrà chiedere 800 miliardi all’Unione Europea». Per Sgarbi gli italiani sono stati ipnotizzati, accettando il lockdown, ed ha invocato un «manifesto della verità».



Il sindaco di Sutri ha citato importanti esperti come Massimo Clementi, Alberto Zangrillo, Matteo Bassetti e Guido Silvestri, a suo avviso ci sono diverse verità e non solo una: «C’è quella di chi dice che nei nostri ospedali non c’è più il Covid ed esiste un rapporto ufficiale del governo tedesco che definisce il coronavirus come un falso allarme globale».



SGARBI: “IN ITALIA IL CORONAVIRUS NON C’É PIÙ”

Il messaggio di Vittorio Sgarbi è chiaro: le istituzioni – Governo in primis – devono ascoltare anche la voce di chi dice da settimane che il coronavirus in Italia non c’è più. Ospite al Senato insieme al parlamentare azzurro, Sabino Cassese ha messo in risalto che «non è possibile prorogare lo stato di emergenza fino al 31 ottobre», escludendo così ogni altra ipotesi, almeno dal punto di vista giuridico.

Citato proprio da Sgarbi, Alberto Zangrillo è tornato a ribadire che «dal 31 maggio 2020 il coronavirus è clinicamente inesistente». Il direttore della terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano ha poi evidenziato di aver forse sbagliato i toni, ma allo stesso tempo che «nessuno è riuscito a confutare le mie parole».