Deriva democratica in Russia? No, in Italia per Vittorio Sgarbi. «La nostra è una democrazia relativa, visto che non abbiamo un governo eletto da molto tempo. L’Unione Sovietica non esiste più e forse il progetto dei russi alberga ancora nella mente di Putin, ma dal ’93 la Russia è una democrazia», ha dichiarato il politico e critico d’arte a L’Aria che tira. Quindi, ha rimarcato il fatto che i leader italiani ed europei negli anni abbiano trattato con il presidente russo. «Può darsi che abbia una deriva dittatoriale, che Putin abbia una vocazione a una dittatura è una cosa, ma che non sia un Paese democratico è un errore grave. L’Italia è un Paese poco democratico, visto che non c’è nessun eletto, invece Putin è stato eletto e c’è una Costituzione in cui tutto è garantito».
Vittorio Sgarbi ha fatto un altro esempio: «Non c’è democrazia anche in Italia, se D’Orsi dice che è vicino a Putin, lo trattate come un appestato. Evidentemente la libertà d’opinione non esiste». Quando David Parenzo gli ha fatto notare che in Russia un oppositore o dissidente rischierebbe la vita, mentre D’Orsi è libero di esprimere la sua opinione, Sgarbi ha tirato dritto. «Se voi andate a parlare con un cittadino russo, vi dice che c’è una democrazia. I ballerini ucraini sono minacciati dal governo di essere condannati a 15 anni se ballano Ciajkovskij. Questo arriva da Zelensky. Quindi, è la stessa democrazia che c’è in Russia».
SGARBI “OPPOSIZIONE IN UCRAINA NON ESISTE”
«Macron, il Papa, lo stesso Salvini dimostrano che si può parlare con Putin», ha proseguito Vittorio Sgarbi a L’Aria che tira. Ma le provocazioni non sono finite qui. «Il tema di fondo è: perché non appare mai un oppositore di Zelensky quando parla in tv? Perché in Ucraina sono stati chiusi 11 partiti d’opposizione perché tendenzialmente filorussi? Perché la legge marziale impone a tutti i maschi dai 16 ai 60 anni di non lasciare i Paesi?», ha dichiarato il leader di Rinascimento. Quindi, ha fatto notare i limiti democratici ucraini: «Abbiamo una serie di azioni non democratiche di un Paese che difendiamo. La democrazia prima della guerra era identifica a quella della Russia. La non democrazia è proprio negli Stati di guerra».
Riguardo invece gli scenari di guerra: «È vero che se tu concedi il Donbas la sua sete di espansione si allarga e non sappiamo dove dovrebbe finire. C’è una soluzione, cioè la volontà dei cittadini». Il riferimento è al referendum. Infine, l’attacco agli Stati Uniti: «Qualcuno ha sanzionato l’America per i bombardamenti sull’Afghanistan o l’Iraq? Abbiamo preso atto che le violenze degli americani, strutturali della loro volontà di imporre la loro democrazia, hanno fallito? Hanno fatto violenze in Pakistan, Afghanistan e in Siria. Nessuno pensa mai a sanzionarli, quindi, c’è una democrazia sopra le altre».