La prima esperienza da sottosegretario alla Cultura durò poco più di un anno, dall’11 giugno 2001 al 25 giugno 2002, ma questa volta le cose andranno sicuramente meglio: Vittorio Sgarbi non ha dubbi. Spesso accostato alla poltrona da ministro, il critico d’arte sarà il braccio destro di Gennaro Sangiuliano per rilanciare uno dei settori che più hanno sofferto l’emergenza Covid-19.



“Sono entrato in quota me stesso”, ha precisato Sgarbi ai microfoni di Repubblica. Il sindaco di Sutri porterà avanti un’idea di cultura di centrodestra, un’idea di conservazione del patrimonio. Nel segno di Benedetto Croce, la sua ambizione. Sicuramente, ci sarà grande discontinuità rispetto alla gestione targata Franceschini: “Non aveva alcuna identità, né per il patrimonio né per la cultura, era solo un piccolo scrittore”.



LA NUOVA AVVENTURA DI SGARBI

La linea programmatica di Sgarbi da sottosegretario alla Cultura è di conservazione “non bisogna spostare, alterare, sconvolgere, distruggere” –  come testimoniato del resto dal suo obiettivo di riportare la “Pietà Rondanini” di Michelangelo alla sua collocazione originaria, ovvero la Sala degli Scarlioni al Castello Sforzesco di Milano. Una visione filologica, dunque, e non mancano le “battaglie” storiche: “Un paesaggio tutelato dall’articolo 9 è sacro. Tu non puoi mettere al posto dei muretti a secco il fotovoltaico”, le sue parole al Corriere della Sera. La conservazione con accezione totalmente positiva, senza puntare sulle distinzioni di colore politico: Sgarbi sul punto è tranchant, l’arte non è di destra, né di sinistra.



IL POSSIBILE TANDEM CON MORGAN

Tanti i progetti di Sgarbi per rilanciare la Cultura, ma non solo. Il celebre critico ha intenzione di coinvolgere anche eccellenze del mondo dell’arte. Per la musica l’idea è quella di creare un dipartimento ad hoc, una struttura da affidare a Morgan. I due sono grandi amici e Sgarbi ha speso parole al miele per la voce di “Altrove”: “È un uomo di grande intelligenza, è un uomo libero, non si nasconde dietro la retorica degli slogan fascista/antifascista”. Il leader dei Bluvertigo s’è detto pronto a fornire un contributo e ha ricambiato gli attestati di stima nell’intervista rilasciata a Un giorno da pecora: “Sgarbi l’ho conosciuto in occasione della pubblicazione di un mio libro di poesie, non a caso lui mi chiama poeta. Una persona come lui nasce ogni 300 anni, è come Pasolini o Leonardo Da Vinci, non ce n’è un altro: è l’unico che può risollevare culturalmente il nostro Paese”. E anche Morgan ha le idee abbastanza chiare sui primi passi da compiere sul versante musicale: “C’è tutto il grande repertorio della musica d’autore italiana, come Tenco o Lauzi, un patrimonio che andrebbe restaurato”.