Shablo tra gli ospiti dei Tim Music Awards 2022, l’evento musicale condotto da Carlo Conti e Vanessa Incontrada e trasmesso dall’Arena di Verona su Rai1 che premia la miglior musica italiana. Una carriera in ascesa quella del rapper diventato uno dei producer più importanti nella scena rap italiana che, intervistato da rollingstone.it, ha dichiarato: “il mio segreto è vivere la musica come un grande gioco e divertirmi come quando ho iniziato, a 16 anni negli anni ‘90. Nel frattempo dentro e fuori è cambiato tutto, ma l’approccio alla musica è rimasto lo stesso. Gli impegni e le responsabilità ammetto che appesantiscano un po’ il processo, ma i creativi si sa, sono un po’ tutti schizofrenici, degli eterni fanciulli. Bisognerebbe vivere e creare sempre con tutta l’intensità di cui siamo capaci, ma senza aspettative, a parole sembra facile ma io ci ho messo quasi quarant’anni a interiorizzarlo”.



Lui è stato uno tra i primi a credere nella potenzialità della musica trap diventata nel corso degli anni un vero e proprio fenomeno musicale sbanca classifiche. “E’ una conferma che mi da fiducia a credere sempre più nelle mie visioni. Mentirei se dicessi che ero certo che il mercato si sarebbe evoluto in questi termini e che il business sarebbe diventato così grosso. Ma di una cosa ero sicuro, gli artisti trap che stavano emergendo, erano la novità e avrebbero portato un cambiamento” – ha detto il produttore precisando – “valeva assolutamente puntare su di loro. Perché rappresentavano e descrivevano un cambiamento che stava avvenendo in senso lato nelle persone e nella società. E il rap da sempre se ne fa interprete prima di tutti, per questo non scomparirà mai”.



Shablo e la potenza della musica trap

Shablo è consapevole che la musica rap è cambiata “plasmandosi” alla richiesta del grande pubblico. “Prima il rap era molto più duro, metricamente più ostico per il grande pubblico. La trap ha portato la melodia nei flow e nella scrittura e il così tanto criticato auto-tune, ha permesso a chiunque di realizzare il sogno proibito per tanti di poter cantare senza essere intonati. È la vittoria dell’idea, del sogno sulla realtà. Inoltre come in tutti gli ambiti, il successo di un singolo avviene anche grazie a un lavoro di squadra e, spesso, è il producer a coordinare tutto. È la stessa dinamica complementare tra regista e protagonista in un film” – ha detto il rapper e produttore legato da una profonda amicizia con Marracash.



“Con Marra mi lega da anni una comune sensibilità verso l’introspezione umana. Mi piace questa sua mania di osservarsi e tradurre in musica quello che vede nel suo profondo, senza vergognarsene. È un mettersi a nudo che svela i tanti lati bui che tutti abbiamo e che in pochi vogliono vedere. Ci vuole coraggio per guadagnarsi la consapevolezza di chi siamo” – ha detto il produttore.