Joe Biden, presidente degli Stati Uniti d’America, ha deciso di schierarsi accanto a Sha’Carri Richardson. Certo, non su una pista di atletica leggera, dove difficilmente il leader del Paese a stelle e strisce potrebbe anche solo avvicinarsi alla rapidità della velocista ventunenne, autrice di un meraviglioso 10″72 sulla distanza dei 100 metri e, sulla carta, favorita per la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo, che prenderanno il via nelle prossime settimane. O meglio, sarebbe stata favorita, perché la Usada ha deciso di sospenderla per un mese dalle competizioni per via della sua positività alla cannabis riscontrata ai Trials USA.



Un verdetto che ha scosso l’intera nazione e Biden, dicevamo, ha scelto di non restare con le mani in mano, ma di entrare a gamba tesa con la sua dialettica sulla questione, partendo da un assioma inconfutabile:Le regole sono regole e come tali vanno rispettate. Giusto, nulla da obiettare. Ma “possono essere cambiate”, e questo è decisamente un altro discorso. In che modo, però, tale modifica può avvenire, dal momento che la positività ai cannabinoidi è stata ufficialmente confermata anche dalla stessa ragazza?



BIDEN: “SQUALIFICA SHA’CARRI RICHARDSON? SI GUARDI LA SUA STORIA”

Sha’Carri Richardson, dimostrando grande maturità, ha ammesso senza cercare scuse di avere fumato uno spinello, dichiarando: “È morta mia madre e la notizia mi ha completamente devastato. Ho fumato per controllare il panico emozionale in cui ero piombata. Mi scuso profondamente per aver ferito tante persone, ma vi chiedo di non giudicarmi: sono un essere umano, sono tutti come voi, corro solo un po’ più veloce”.

A quel punto, Biden ha capito che questa giovane merita una possibilità, già solo per il modo adulto e trasparente con il quale ha reagito. L’ha definita “una donna che ispira molte persone”, ribadendo che non è possibile ignorare l’enorme tragedia personale che l’ha colpita. Successivamente, ha precisato che la decisione dell’agenzia antidoping degli Stati Uniti è stata del tutto autonoma, “ma noi crediamo sia importante spiegare chi è e che storia ha”. Frasi che suonano come un’esortazione alla Federazione statunitense: si arriverà a un compromesso, con l’esclusione di Sha’Carri dai 100 metri, ma con la convocazione nella staffetta 4×100?