Niente Olimpiadi per Sha’Carri Richardson. La ventunenne americana, protagonista ai Trials Usa dove si era imposta nei 100 con un personale stagionale di 10”72, non parteciperà alla prossima edizione delle Olimpiadi, dove era accreditata come favorita. Dopo un prelievo di fine gara, infatti, sono state identificate delle tracce di cannabis nelle sue urine. Così nelle scorse ore l’agenzia statunitense antidoping (Usada) ha spiegato che Richardson ha concordato una sanzione di un mese di squalifica, che quindi terminerà il prossimo 27 luglio. L’atleta, da un punto di vista prettamente organizzativo, sarebbe ancora in tempo per prendere parte alle prossime Olimpiadi di Tokyo, ma la sanzione ha annullato la sua vittoria ai Trials, che le aveva permesso di centrare la qualificazione.



Sha’Carri Richardson squalificata: “Non cerco scuse sono umana”

Sha’Carri Richardson mastica amaro per la squalifica ma sa di aver sbagliato e non si tira indietro dal prendersi le sue responsabilità. In un’intervista rilasciata dopo il comunicato dell’agenzia americana antidoping, l’atleta ha detto di accettare le conseguenze delle sue azioni. “Sono consapevole di quello che ho fatto.”, le sue prime parole. “So cosa dovrei fare e ho comunque preso io quella decisione. Non giudicatemi perché sono umana. Pochi giorni prima della gara era morta la mia madre biologica. Non sto cercando una scusa o alcuna empatia nel mio caso, ma quanto è successo ha portato conseguenze molto pesanti per la mia persona”, continua Sha’Carri Richardson. Finisce quindi il sogno Olimpiadi, ma l’atleta può comunque guardare il bicchiere mezzo pieno perché la pena non sarà a lungo termine.

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