Shamima Begum, un podcast sulla BBC a cura della jihadista

Proteste in Inghilterra dopo che la BBC ha deciso di affidare un podcast diviso in dieci parti, dal titolo “Non sono un mostro”, a Shamima Begum, jihadista. Secondo la BBC, Begum avrebbe dovuto offrire un “resoconto completo su ciò che è realmente accaduto” quando nel 2015, a soli 15 anni, ha lasciato l’est di Londra ed è scappata in Siria con i suoi due compagni di scuola per arruolarsi nell’Isis. L’emittente ha insistito sul fatto che il podcast sarà “un’indagine solida e di interesse pubblico” ma l’accusa è quella di “sprecare i soldi dei contribuenti” e di aumentare il dolore delle famiglie delle vittime.



La donna non si è mai mostrata pentita per essersi unita all’Isis. Qualche anno fa, intervistata dal Times, aveva giudicato come “giusto” l’attacco alla Manchester da parte dell’Isis. Nel 2019, a 19 anni e incinta del suo terzo figlio, aveva detto di non aver “rimpianti” per essere andata in Siria. Si era detta inoltre d’accordo con l’omicidio di 22 persone, la maggior parte delle quali bambini, al concerto di Ariana Grande nell’Arena di Manchester nel 2017. A suo dire l’attacco sarebbe stata una “giusta giustificazione” dopo gli attacchi aerei occidentali contro l’Isis in Siria.



Il punto di vista della giornalista Iram Ramzan

Nel podcast della BBC, come spiega la giornalista Iram Ramzan, Shamina Begum non si mostra come una studentessa ingenua come è stata dipinta da qualcuno, ma come una “narcisista ossessionata da se stessa – e nemmeno particolarmente brillante”. Pensa solo a se stessa, piuttosto che alle centinaia di vittime. La giovane avrebbe cucito agli attentatori jihadisti i loro giubbotti suicidi, facendo parte anche della polizia morale dell’Isis. Riguardo la rabbia della gente, Begum non ha dubbi: “Non credo che sia in realtà nei miei confronti. Penso che sia contro l’Isis“.



Shamima Begum, al contrario di altri membri dell’Isis, uomini e donne, non ha mai riconosciuto le proprie responsabilità mostrando pentimento. È rimasta con l’Isis fino alla fine, mostrando rammarico solo quando si è resa conto che per lei non c’era modo di tornare indietro. “Invece di sentirla scusarsi per un lungo corso di episodi di podcast, il tempo della BBC – e il nostro canone – sarebbe sicuramente speso meglio per indagare sui complici della radicalizzazione dei giovani musulmani che si sono uniti all’Isis” commenta ancora la giornalista Iram Ramzan.