Shamima Begum può tornare nel Regno Unito: è questa una delle notizie del giorno che arriva da Oltremanica e che sta spaccando l’opinione pubblica britannica dopo che la Corte d’Appello ha di fatto ribaltato pure la decisione di Boris Johnson di togliere la cittadinanza alla donna oggi 20enne che nel 2015 aveva lasciato il Paese (assieme ad altre due teenager) alla volta della Siria per unirsi alla causa dell’autoproclamato Califfato dell’ISIS. Insomma quello che è il secondo tribunale più importante di grado in UK ha dato il nulla osta al rientro di Shamima che, dopo la sconfitta delle milizie di al-Baghdadi, era finita in un campo profughi proprio in Siria e aveva mostrato l’intenzione di voler tornare nel Regno Unito. A seguito di quella richiesta il Governo le revocò la cittadinanza, decisione che all’epoca fece discutere dato che da poco uno dei figli della Begum era morto di polmonite mentre risiedeva con lei in quel campo. Pur se gran parte dell’opinione pubblica stigmatizzava la scelta di Shamima di affiliarsi all’ISIS, molti criticarono l’esecutivo per aver costretto la donna e il bimbo di 3 anni a restare in Siria.



SHAMIMA BEGUM, L’EX “SPOSA DELL’ISIS” POTRA’ TORNARE IN UK PERCHE’…

Adesso la decisione della Corte d’Appello britannica avrà inevitabilmente delle ripercussioni: secondo il tribunale la motivazione della sentenza è che solo facendo ritorno in UK la Begum potrà avere un giusto appello riguardo al ritiro della cittadinanza ma contro la decisione si è già mosso il Ministero degli Interni (presieduto da Sajid Javid) che ha fatto sapere nelle ultime ore di voler fare quanto prima ricorso contro quanto stabilito dalla Corte d’Appello e impedire così il ritorno di Shamima, oramai diventata maggiorenne, a cui era stato consigliato in passato di andare in Bangladesh, Paese d’origine dei suoi famigliari. Per adesso però il Governo Johnson deve incassare e fare i conti con la (almeno presunta) marcia indietro di Shamima che in una intervista al tabloid Times di aver abiurato la causa del Califfato e di temere anzi per la propria vita, anche se non si è almeno ufficialmente mai pentita di quella scelta fatta quando era ancora una ragazzina, aspetto su cui ancora oggi c’è un forte dibattito tra chi è propenso a perdonarla proprio perché era una teenager plagiata e chi invece non la rivorrebbe dalle parti di Londra e dintorni.

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