Proseguono serratissime le indagini per scoprire cosa sia successo a Sharon Verzeni, la 33enne estetista residente a Terno d’Isola (poco distante da Bergamo) accoltellata nella notte tra il 29 e il 30 luglio da una persona – per ora – ignota: era circa l’una di notte quando la stessa vittima con le ultime forze che le erano rimaste aveva telefonato al 118 chiedendo aiuto, per poi morire poche ore dopo il ricovero nel vicino ospedale Papa Giovanni XXIII.



Per cercare di dare delle (quanto meno sommarie) risposte a cosa sia accaduto a Sharon Verzeni, oltre ad un possibile nome e cognome all’autore dell’immotivata aggressione i Ris di Parma sembrano aver raccolto il dna di tutti i residenti in via Castagnate – luogo dell’omicidio – e in alcune delle strade limitrofe: questi verranno poi confrontati con quel poco materiale genetico trovato sul corpo e sui vestiti della vittima.



Un metodo – quello che si spera darà risposte sul colpevole dell’accoltellamento di Sharon Verzeni – già applicato nel 2010 per dare un volto al famoso (o famigerato) ‘Ignoto 1’ ritenuto autore dell’omicidio di Yara Gambirasio: con una serie di test a tappeto a Chignolo d’Isola – peraltro poco distante da Terno – si riuscì a risalire al nome di Massimo Bossetti che sta attualmente scontando l’ergastolo per la morte della 13enne.

Sharon Verzeni: dal garage al compagno, tutto quello che sappiamo sulla morte delle 33enne

Insomma, per ora la morte di Sharon Verzeni rimane ancora un complicato puzzle e l’auspicio dei Ris è che i test sul dna dei residenti in via Castagnate possa dare delle prime risposte; mentre nel frattempo le indagini vanno avanti e solo pochi giorni fa il compagno della 33enne – Sergio Ruocco – è stato nuovamente interrogato dagli inquirenti. Allo stato attuale l’uomo con cui la vittima conviveva non risulta essere tra gli indagati, protetto da un alibi di ferro per la notte dell’omicidio visto che nessuna delle telecamere stradali l’ha inquadrato abbandonare l’abitazione che condivideva con la compagna.



Nel frattempo, è stato sequestrato il garage davanti a cui la donna è stata accoltellata con l’ipotesi che potesse trattarsi di una sorta di ‘covo’ segreto del killer visto che era stato allestito come un’improvvisata camera da letto, con tanto di brandina e diversi oggetti di uso quotidiano; così come le indagini si stanno concentrando su quegli ultimi segnali dati dal cellulare di Sharon Verzeni prima di andare incontro alla morte, con l’ipotesi che quello con il suo assassino potesse essere un incontro programmato, sfociato in una violenta aggressione.