Caro direttore,
i casi di Sharon Verzeni e dell’adolescente che ha sterminato la sua famiglia sono diventati dibattito tra destra e sinistra per sostenere posizioni ideologiche contrapposte. Il nero di seconda generazione che uccide la bianca, il bianco italiano che uccide la famiglia bianca, entrambi senza una motivazione apparente, o meglio con una profondissima motivazione: l’oppressione del senso della vita, della propria esistenza. Tutto viene ridotto a disquisizione contrapposta, nella più bieca dimenticanza dei morti e dei loro parenti, per una battaglia tanto superficiale quanto inutile.



Sociologi, psicologi, giornalisti, insomma gli esperti, forniscono una spiegazione alla tragedia con analisi che alla fine dei conti si risolvono in risposte di una banalità sconcertante perché parziali e specializzate. La superficialità è l’altra faccia dell’ideologia quando la scienza cerca di spiegare il desiderio dell’uomo con un metodo inadeguato per comprendere l’essenza del male dell’uomo. Infatti ciò che mette in crisi l’analisi parziale sulla realtà è il peccato originale. Il Desiderio ha preso il posto di Dio. L’uomo è il dio di sé stesso che si realizza con il compimento del desiderio istintivo e innocente degli animali che non hanno colpa alcuna.



Nell’uomo adulto il desiderio di felicità si riduce ad una riuscita immediata di successo. Ma nel giovane, che non si confronta ancora con i meccanismi mondani della riuscita, la domanda di significato è prepotente e non consente risposte superficiali, insomma tutte quelle che il mondo propone. Per esperienza personale io so che se la vita non risponde al desiderio di felicità, nasce un senso di rivendicazione che confonde il bene con il male. L’io oppresso dal non senso non ci sta, vuole trasformare la realtà affinché risponda al proprio urlo di senso.

La domanda di significato della vita che non ottiene risposta porta alla patologia esistenziale. Alla malattia dell’esistenza, al male di vivere. Il peccato è una mancanza del bene, diceva sant’Agostino. Quindi occorre affermare il Bene perché vinca sul male nell’uomo.



Il male dilaga nel cuore dell’uomo quando si sopprime la risposta. Quale responsabilità ha il pensiero progressista, che riduce la domanda a uguaglianza insensata? Quale responsabilità hanno le famiglie, le scuole, i media, che confondono il bene con il buonismo? Quale responsabilità ha chi ha conosciuto Cristo, unica risposta al desiderio dell’uomo, e si vergogna di testimoniarlo?

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