Fabio Delmiglio, noto come il sosia di Johnny Depp, è stato denunciato per aver finto di conoscere Sharon Verzeni: nei giorni scorsi aveva riferito ai carabinieri di avere informazioni utili alle indagini sull’omicidio, quindi è stato sentito dai militari. Stando a quanto riferito da questi in un comunicato, il 50enne di Brembate di Sopra ha raccontato di essere stato avvicinato dalla donna, uccisa a coltellate a Terno d’Isola, alla fine di luglio.



Aveva aggiunto di essersi trovato nel bar pasticceria dove la vittima lavorava come cameriera e di essersi scambiato con lei dei messaggi social per motivi di lavoro. I carabinieri gli hanno poi chiesto se si fosse inventato tutto, quindi Fabio Delmiglio ha poi ammesso di aver rilasciato delle dichiarazioni false e di averlo fatto «nella speranza di un possibile ritorno pubblicitario» dalle interviste che sarebbero poi seguite dalla convocazione e audizione in caserma.



Nel frattempo, proseguono le indagini ed emergono sviluppi che potrebbero essere importanti: nelle scorse ore è emerso che gli inquirenti starebbero puntando su un nome preciso per quanto riguarda l’uomo in bicicletta ripreso dalle telecamere, ma non ci sarebbe la certezza che sia quello giusto. Secondo il Corriere della Sera, sarebbe stata scartata l’ipotesi che sia l’assassino.

SHARON VERZENI, “IN TRE SUL LUOGO DELL’OMICIDIO”

L’uomo in bici è stato ripreso da diverse telecamere di videosorveglianza: era nella zona dell’omicidio Sharon Verzeni prima, durante e dopo il delitto, prima di andar via rapidamente. Dall’analisi dei filmati e incrociando gli orari dei vari transiti è emersa la convinzione che non possa essere l’assassino della donna: i tempi non coincidono.



Mentre si stanno identificando una ventina di persone che potrebbero avere informazioni utili, perché erano non lontano dal luogo dell’omicidio (e dieci circa sarebbero stati già rintracciati), cresce la convinzione che solo in tre fossero in via Castegnate nei momenti cruciali: la vittima, il suo assassino e l’uomo in bicicletta, che quindi potrebbe essere un prezioso testimone oculare. Potrebbe aver assistito all’omicidio o solo alla fuga del killer? Si sta anche cercando nel sottobosco criminale locale, perché niente viene escluso, ma potrebbe trattarsi anche solo di un uomo che tace per paura o ignoranza.

A oltre un mese dal delitto, manca l’arma con cui è stata uccisa Sharon Verzeni, verosimilmente un grande coltello da cucina o un pugnale, quindi la si cercherà tramite i metal detector con personale specializzato che passerà la zona al setaccio. Alcune strade potrebbero essere chiuse temporaneamente, senza preavviso.