SHARON VERZENI, PARLA LA MAMMA DI DANIELA ROVERI

Tra le persone che stanno seguendo il caso di Sharon Verzeni c’è pure Silva Arvati, la mamma di Daniela Roveri, manager uccisa da una persona che non è mai stata individuata. A confermarlo è la stessa donna, intervistata dal Resto del Carlino dopo che è emersa l’ipotesi che l’assassino della 33enne di Terno d’Isola sia lo stesso della figlia.



«Penso a quella povera mamma che dovrà passare tutto quello che sto passando io, tutto quello che sto vivendo», ha dichiarato la mamma di Daniela Roveri, spiegando di avere quasi 81 anni e di muoversi poco, motivo per il quale restando molto a casa ha modo di guardare la tv. Se la mamma di Sharon Verzeni può vivere il suo dolore col marito, lei vince ha perso il suo in un incidente stradale, quindi ha cresciuto da sola la figlia e da sola si è ritrovata dopo l’omicidio.



«Ai genitori di Sharon dico che stiano sempre vicini per sopportare questo calvario. Perché è un calvario. Io lo sopporto da più di sette anni. Un figlio è un figlio». Sono state tante le ipotesi sull’omicidio di Daniela Roveri, ben 500 le persone ascoltate, ma non c’è mai stato un indagato, anche se su una guancia della donna era rimasto il Dna del suo assassino, mai trovato. Dopo due anni di proroga delle indagini, nel 2019 è calato il sipario sulla vicenda.

L’IPOTESI DEL SERIAL KILLER

Ma l’omicidio di Daniela Roveri è stato accostato anche a un altro delitto avvenuto nella zona orobica, perché l’aplotipo Y, che indica la linea maschile, è lo stesso del Dna trovato su un guanto in lattice ritrovato all’interno di una busta della spesa con il cutter che aveva tagliato la gola a Gianna Del Gaudio, l’insegnante in pensione uccisa nel 2016 nella sua villa di Seriate. I due omicidi sono avvenuti a pochi mesi l’uno dall’altro, a distanza di 7 chilometri, da qui l’ipotesi di un serial killer nella Bergamasca.



Dalle indagini effettuate è emerso che le tracce biologiche sono però solo «blandamente compatibili». Ora però l’ipotesi del serial killer è stata allargata all’omicidio di Sharon Verzeni, a 7 anni dal primo mistero, quello della Roveri, vittima di un agguato perpetrato con una precisione chirurgica, perché è stata uccisa con una sola coltellata alla gola, anche lei aggredita alle spalle.