I dipendenti di alcuni fornitori di Shein lavorano ancora 75 ore a settimana, nonostante la società abbia promesso di migliorare le condizioni lavorative. La nuova indagine arriva dal gruppo di difesa svizzera Public Eye, che ha seguito il rapporto del 2021: secondo il report, un numero di dipendenti in sei sedi di Guangzhou fa continui straordinari. Il gruppo ha intervistato 13 dipendenti di sei fabbriche cinesi che riforniscono Shein e il rapporto ha mostrato che gli straordinari erano eccessivi per molti lavoratori. L’azienda alla BBC ha replicato che sta “lavorando duro” per affrontare le questioni sollevate dal rapporto Public Eye e che ha fatto “progressi significativi nel miglioramento delle condizioni”.



Shein offre vestiti super economici e in pochi anni è diventata uno dei più grandi rivenditori di moda al mondo, affidandosi a migliaia di fornitori terzi nonché a produttori a contratto, vicino alla sua sede centrale a Guangzhou. A Public Eye, un dipendente ha rivelato: “Lavoro tutti i giorni dalle 8 del mattino alle 22.30 di sera e mi prendo un giorno libero ogni mese. Non posso permettermi altri giorni liberi perché costa troppo”. Gli intervistati lavoravano nei siti di produzione a ovest del villaggio di Nancun, nell’area di Guangzhou, nel sud della Cina e sono stati interrogati ad agosto 2023.



Shein: “Investiamo milioni di dollari nel rafforzamento della governance”

Gli intervistati di Public Eye, di età compresa tra i 23 e i 60 anni, hanno affermato di lavorare in media 12 ore al giorno, escluse le pause pranzo e cena: hanno poi dichiarato che di solito lavorano dai sei ai sette giorni alla settimana. Secondo il Codice di condotta di Shein per i suoi fornitori i lavoratori non dovrebbero lavorare più di 60 ore settimanali, compresi gli straordinari. Dopo la prima indagine del 2021, Shein ha riconosciuto che si tratta di un problema non da poco dell’azienda. Nell’ultimo rapporto, il colosso cinese ha affermato che i lunghi orari di lavoro nel settore rappresentano una “sfida comune che marchi, produttori e altri attori dell’ecosistema devono lavorare insieme per affrontare”.



I lavoratori hanno spiegato anche che i loro salari non sono cambiati molto dalla prima indagine a oggi e oscillano tra 6.000 e 10.000 yuan al mese (ossia da 663 a 1.104 sterline al mese). Public Eye ha poi spiegato che il salario base per i lavoratori, al netto degli straordinari, è di 2.400 yuan (265 sterline): il salario minimo in Cina è di circa 6.512 yuan (719 sterline). I lavoratori hanno anche affermato poi di aver notato un aumento delle telecamere di sorveglianza nelle fabbriche e hanno affermato di ritenere che il filmato fosse stato inviato a Shein in tempo reale, probabilmente per controllare la loro produttività. Shein, parlando ancora alla BBC, ha affermato che sta investendo decine di milioni di dollari “nel rafforzamento della governance e della conformità lungo tutta la nostra catena di fornitura”.