Shel Shapiro, ospite di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno, racconta del suo grande amore per la musica e di come questo però abbia avuto ripercussioni sul rapporto con suo padre. “Prima si suonava per divertimento non tanto per denaro. La vita prima era semplice, poi cresciamo, diventiamo contori, abbiamo responsabilità e tutto si complica.” ha dichiarato Shapiro. Così, ricordando suo padre, ha raccontato: “Da ragazzino non avevo un rapporto fantastico con il mio papà, non voleva che diventassi musicista ma voleva fossi un dottore. A me piaceva l’idea di poter lavorare per gli altri, mio padre allora mi ha cacciato di casa. Sono andato a vendere calzini a Piccadilly, vivevo in una stanza schifosa ma facevo quello che volevo, ero felice.” (Aggiornamento di Anna Montesano)
Shel Shapiro ospite a Oggi è un altro giorno
Shel Shapiro, al secolo Norman David “Shel” Shapiro, è nato nel 1943 a Londra, da una famiglia ebraica di origine russe. All’inizio degli anni Sessanta fonda a Londra – con Bobby Posner, Johnny Raymond e Mike Shepstone – il gruppo Shel Carson Combo. Nel 1963 arrivano in Italia come gruppo di accompagnamento di Colin Hicks, poco dopo vengono scritturati per una tournée con Rita Pavone e cambiano il nome in Rokes, su suggerimento di Teddy Reno. Da qui inizia il loro successo con canzoni come “È la pioggia che va”, “Bisogna saper perdere” e “Che colpa abbiamo noi”. Il gruppo tiene l’ultimo concerto il 12 agosto del 1970 a Ferrara, prima dello scioglimento. Shel Shapiro continua con la carriera da solista, ma lavora anche al cinema con Mario Monicelli in “Brancaleone alle crociate” e con Totò in “Rita, la figlia americana”.
Shel Shapiro: al lavoro con Mina, Raffaella Carrà e Mia Martini
Nel corso della sua lunga carriera Shel Shapiro ha anche scritto e prodotto numerosi progetti artistici per grandi nomi della musica italiana, come Mina, Patty Pravo, Mia Martini, Ornella Vanoni e Raffaella Carrà. Per la Carrà ha scritto la famosa hit “Rumore”: “L’ho ricevuta che era la metà, ho aggiunto un po’ di cose e ho bilanciato il pezzo anche come arrangiatore e produttore. Rumore è una canzone di innovazione italiana”, ha raccontato a Rolling Stone. Ma l’artista che ha amato di più è stata Mia Martini, entrata a far parte della sua famiglia: “Non potevo credere ci fosse gente in grado di cantare così, capace di trasmettere quell’emozione, quella vibrazione che tocca il cuore, dalla testa ai piedi, sessualmente, mentalmente, in tutti i sensi”. Come amico di Mimì ha subito anche lui le maldicenze che per anni hanno perseguitato la cantante.