Shel Shapiro si racconta a La Stampa
David Shel Shapiro si è raccontato per la rubrica Specchio de La Stampa che parla di tutti quei personaggi un tempo molto famosi ma che con il tempo si sono allontanati leggermente dai riflettori. In Italia, dal Regno Unito, dal 1963, gli anni in cui la musica inglese ebbe uno dei suoi picchi più alti, con i Beatles e i Rolling Stones in vetta alle maggiori classifiche mondiali. Colonna portante vera e propria del Piper, Shapiro non lo volle in stile londinese, come si usava all’epoca, ma “ricordava lo Dtudio 54”.
“Un vecchio cinema riadattato”, ricorda del Piper Shel Shapiro, “dove il pubblico si liberava mentalmente ed esteticamente“, anni in cui lui confessa che stava inseguendo un sogno, “diventare una star”. Un luogo in cui liberarsi, ma senza l’uso di droghe, ben in voga in quegli anni, soprattutto nell’ambito musicale, perché “avevo un po’ paura, eravamo molto ricattabili perché stranieri”. Ma per Shapiro furono anche gli anni del film Brancaleone alle crociate che gli fece conoscere, tra gli altri, Gassman, del quale ricorda quando lo salutò il primo giorno di registrazioni e “lui non mi ha proprio considerato“.
Shel Shapiro: “A Minocelli forse stavo antipatico”
Sull’esperienza con il film Brancaleone alle crociate, Shel Shapiro confessa di non sapere perché lo presero, “forse perché ero un cantante di successo, e magari al registra Moncelli stavo pure antipatico, proprio per questo”. Monicelli che “non voleva che fossi doppiato perché, diceva, ‘nell’anno Mille palavano così'”. Ma non era quella d’attore, la carriera che Shapiro inseguiva, e ricorda che “la musica mi ha sempre riempito la vita, anche solo a pensarla”.
“La musica mi consuma, mi piace immaginare gli spettacoli”, confessa Shel Shapiro nella sua intervista per La Stampa, mentre suonare la chitarra, per lui, è ancora un po’ “come entrare nello specchio di Alice”. “Non ho altre passioni particolari”, continua a raccontare, “e sono uno dei pochi a non saper cucinare, a parte uova e bacon”. Mentre sull’Italia, nella quale ha deciso di rimanere per tutta la sua vita, dal 1963, confessa che “ho trovato l’amore, che è uno dei motivi per cui decidi di vivere in un posto”. Mentre sui suoi piani futuri, o progetti che ha in mente, Shapiro non fa sapere nulla nella sua intervista.