I giudici hanno ordinato a Shell di ridurre le emissioni di Co2, con il gigante petrolifero che sarà costretto a tagliarle del 45% entro il 2030, nel giro di nove anni. A ordinarlo è stato un tribunale dell’Aia, che ha appunto obbligato la nota compagnia petrolifera olandese a rispettare i parametri e a mantenere l’aumento medio della temperatura globale entro gli 1.5 gradi centigradi. Una sentenza, come sottolinea l’edizione online di Repubblica, che segue quella giunta solamente tre mesi fa in Nigeria, e che anche in quel caso aveva condannato la Royal Dutch Shell.
In quell’occasione la Corte suprema britannica aveva stabilito che le comunità nigeriane del Delta del Niger, circa 40mila persone, erano state vittime di inquinamento per decenni, e le stesse avrebbero potuto citare in giudizio la Shell presso i tribunali inglesi. “Il tribunale ordina a Royal Dutch Shell – ha affermato la Corte nella giornata di ieri – di ridurre la sua produzione di Co2 e quella dei suoi fornitori e acquirenti entro la fine del 2030 di un netto del 45% sulla base dei livelli del 2019. La Royal Dutch Shell deve attuare immediatamente questa decisione”.
SHELL DOVRA’ RIDURRE EMISSIONI CO2: “PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA…”
La compagnia era stata citata dalla filiale olandese di Friends of the Earth, e la causa era stata sostenuta da altri sei gruppi e più di 17 mila persone dei Paesi Bassi. Si è trattata quindi di una vera e propria vittoria per gli ambientalisti, che avevano appunto invitato la Corte a imporre la riduzione delle emissioni, ricordando gli accordi sul clima di Parigi del 2015. Shell, dal suo canto, aveva ribattuto di essere impegnata su tal fronte, aggiungendo però come non esistesse alcuna base giuridica per la vicenda, e che erano i governi i responsabili del raggiungimento degli obiettivi di Parigi. “La causa climatica contro Shell è unica – i commenti delle varie Ong coinvolte – perché è la prima volta nella storia che la giustizia è chiamata a ordinare a una impresa di emettere meno Co2, modificando la propria politica”.