Shell ha comunicato una riduzione della forza lavoro per quanto riguarda la divisione inerente le soluzioni a basse emissioni di carbonio, riducendo anche il business dell’idrogeno. Come specificato dall’agenzia di stampa internazionale Reuters, si tratta di un deciso passo indietro nel “green” della multinazionale del petrolio, con un taglio dei posti di lavoro che sarà pari al 15% di quelli impiegati nella divisione. La decisione è giunta dopo che il CEO dell’azienda, Sawan, in carica dallo scorso mese di gennaio, ha promesso di rinnovare la strategia del gruppo concentrandosi su progetti che abbiano un margine maggiore, stabilizzando inoltre la produzione di petrolio e aumentando quella di gas naturale.
In totale la compagnia petrolifera taglierà 200 posti di lavoro nel 2024, mentre altre 130 posizioni sono state messe sotto revisione, su un totale di circa 1.300 dipendenti. Alcuni di questi dipendenti saranno trasferiti in altre divisioni di Shell, che ricordiano, a più di 90mila lavoratori. “Stiamo trasformando la nostra attività Low Carbon Solutions (LCS) – le parole dell’azienda – per rafforzarne la portata nelle nostre principali aree di business a basse emissioni di carbonio, come i trasporti e l’industria“.
SHELL, LICENZIAMENTI NELLA DIVISIONE “GREEN”: RIORGANIZZAZIONE IMPORTANTE IN ARRIVO
Shell prevede di ridimensionare in maniera importante anche le sue attività legate all’idrogeno applicato nei veicoli passeggeri leggeri, concentrandosi sulla mobilità pesante e sull’industria, ha fatto sapere ancora la società nell’ambito di questa riorganizzazione. Inoltre unirà il ruolo di due dei quattro direttori generali della divisione.
La nota compagnia petrolifera è stata fra le prime al mondo a puntare sull’idrogeno ma tale tecnologia non ha preso la piega che si sperava e alla fine è stata costretta a chiudere numerose stazioni di rifornimento in tutto il mondo, Gran Bretagna compresa, anche perchè gli automobilisti hanno preferito volgere sull’elettrico. La stesso passo indietro è stato comunicato negli scorsi giorni da Toyota, grande sostenitrice dell’idrogeno, che ha annunciato che la berlina Miata non avrà un erede decidendo comunque di concentrarsi sul mercato dei veicoli commerciali.