Shell, multinazionale operante nel settore petrolifero, non sembrerebbe avere intenzione di puntare in fretta sulla transizione energetica. Il nuovo CEO, Wael Sawan, come riportato da Die Presse, ha annunciato che tra il 2023 e il 2035 investirà 40 miliardi di dollari nella produzione di petrolio e gas e solo da 10 a 15 miliardi di dollari in energie rinnovabili.



Petrolio e gas continueranno a svolgere un ruolo fondamentale nel nostro approvvigionamento energetico”, ha affermato il quarantottenne di origini canadesi nato a Beirut. È il più giovane amministratore delegato che il gruppo britannico-olandese abbia mai avuto al vertice. Nonostante ciò, ha le idee piuttosto chiare e in controtendenza con quelle del settore. “Gli investimenti in questione sono necessari per potere competere con altre grandi compagnie petrolifere private come Chevron Exxon Mobil o BP”, questa la sua idea. Il precedente CEO, Van Beurden, invece, aveva deciso di ridurre le produzioni in questione del 2% all’anno. Con il cambio di guardia, il dietrofront. “Quell’obiettivo è stato raggiunto, stiamo producendo il 21% in meno di petrolio rispetto al 2019”.



Shell rimanda transizione energetica: attivisti climatici protestano

La scelta di Shell di continuare a puntare su gas e petrolio, aggirando gli obiettivi green, tuttavia, potrebbe avere delle conseguenze. Gli attivisti per il clima, all’ultima assemblea generale della multinazionale svoltasi a fine maggio, hanno chiesto a gran voce che le emissioni di CO2 siano ridotte più velocemente. I nuovi piani, infatti, prevedono un dimezzamento entro il 2035 e un azzeramento entro il 2050. Non è ritenuto abbastanza. 

Il fondo pensione olandese PGGM, che gestisce un patrimonio di 220 miliardi di euro e detiene un grosso blocco di azioni al suo interno, ha persino minacciato di vendere quest’ultime entro un anno. Organizzazioni ambientaliste come Greenpeace e la Milieudefensie olandese sono arrivate anche arrivate a citare in giudizio in Tribunale la più grande compagnia energetica privata d’Europa, ma ciò non sembrerebbe sufficiente per far cambiare idea al CEO Wael Sawan. “È impossibile. I nostri clienti hanno bisogno delle nostre fonti di energia e noi abbiamo bisogno dei proventi del business del petrolio e del gas per poter finanziare la transizione energetica”, ha affermato.