La cantante Sheryl Crow ha pubblicato un libro di memorie dal titolo ”Words + Music”, nel quale racconta, in un passaggio, di quando aveva 25 anni e fece il provino per aprire il primo tour mondiale di Michael Jackson nel 1987 (il Bad World Tour). Oltre al fatto di veder realizzarsi il suo sogno di cantare davanti a decine di migliaia di persone ogni sera per due anni, e di condividere il palco con una delle star del pop più di successo al mondo, la Crow ha reso pubbliche anche le molestie sessuali che a quei tempi avrebbe subito dal manager di Michael, ovvero Frank DiLeo, morto nel 2011 all’età di 63 anni. E’ in una intervista rilasciata per l’Independent che la cantautrice ha specificato i costanti approcci sessuali di DiLeo e le minacce di sabotaggio per la sua carriera. Sheryl Crow si espresse nel 2019 in merito alle accuse rivolte a Michael Jackson da parte di James Safechuck e Wade Robson, che si dichiararono vittime delle molestie del cantante. Lei disse solo di aver visto ”cose strane” nel backstage del Bad World Tour.



Le parole di Sheryl Crow sulle molestie

Sheryl Crow ha rivelato di aver avuto difficoltà nel trovare il coraggio per denunciare: ”E’ davvero interessante tornare indietro e rivisitare alcune di queste vecchie cose e le esperienze che le hanno accompagnate, e poi confrontarle con dove siamo ora. Essere in grado di parlare di quella roba, delle molestie sessuali che ho subito durante il tour di Michael Jackson e parlarne del bel mezzo del movimento #MeToo… sembra che abbiamo fatto molta strada, ma non mi sembra di essere arrivati alla meta. L’ingenuità è una cosa molto bella. E’ stato incredibile per una giovane di una piccola città girare il mondo e lavorare con quella che è stata forse la più grande popstar. Ma ho anche fatto un corso intensivo, chiamiamolo così, nell’industria musicale”. Stando alle parole della Crow, Frank DiLeo avrebbe anche inventato storie su di lei per la stampa, questo come vendetta per aver rifiutato le sue avances. Inoltre, nel 1993 la cantante pubblicò un album contenente due canzoni che presentano dei chiari riferimenti alle molestie del manager di Jackson (”The Na-Na Song” e ”What I Can Do for You”), che oggi non è più tra noi e non ha diritto di replica.

Leggi anche

Morte Michael Jackson, gli ultimi suoi istanti/ “Voleva propofol per dormire, era la sua droga”Michael Jackson, venduti metà dei diritti delle sue canzoni a Sony/ Operazione da 600 milioni di dollari