Tamponi per il personale medico: è questa la richiesta che ormai da giorni arriva da chi si trova in prima linea nel tentativo di fronteggiare l’emergenza coronavius. Una richiesta che fatica però ad essere esaudita e che ha portato i dipendenti della “Città della Salute” di Torino, la grande azienda che riunisce gli ospedali Molinette, Sant’Anna, Regina Margherita e Cto, a generare il caso dei “finti pazienti” in attesa di tampone. Come riportato da La Repubblica, infatti, diversi dipendenti desiderosi di ottenere il test e di capire così se erano positivi o meno al coronavirus si sarebbero registrati “in regime di pre-ricovero o ambulatoriale” così da avere accesso all’esame al di fuori della procedura standard. Purtroppo non si tratterebbe di pochi casi isolati, al punto che il direttore sanitario della Città della Salute si è visto costretto ad intervenire con una diffida.
SI FINGONO PAZIENTI PER FARE TAMPONE CORONAVIRUS
Nella circolare firmata da Antonio Scarmozzino, diffusa da La Repubblica, viene denunciato “un comportamento che, oltre a configurarsi come truffa che l’azienda si riserva di segnalare all’autorità giudiziaria, sottrae dalla possibilità di esecuzione rapida del test pazienti in attesa o colleghi”. Un comportamento ingiustificabile quello dei dipendenti che hanno deciso di registrarsi come finti pazienti, ma che può essere quanto meno “spiegato” dalla politica dei tamponi applicata in Piemonte, dove il test viene effettuato con il contagocce. Come riportato da La Repubblica, in qualche ospedale piemontese a dire il vero si è vista un’inversione di tendenza con tamponi ai dipendenti ma in altri, come il San Luigi di Orbassano, ieri non è stato possibile. Secondo le valutazioni dell’Ordine dei medici la priorità spetta ai dipendenti immunodepressi, poi al personale asintomatico in modo proporzionale al rischio.