Un importante studio pubblicato sulla rivista Nature, realizzato da Angelo Lombardo, responsabile del laboratorio di Regolazione epigenetica e modificazione mirata del genoma all’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (SR-Tiget) di Milano, ha svelato una strategia che permette di spegnere il gene difettoso senza modificare il Dna. In poche parole i geni vengono alterati senza tagliare appunto l’acido desossiribonucleico attraverso l’editing epigenetico. Si tratta di un sistema che, come scrive Il Sole 24 Ore, non modifica la sequenza del genoma, a differenza invece di quanto avviene con l’editing genetico evitando quindi i possibili rischi provocati da una rottura o dall’alterazione dei filamenti.



Lombardo aveva pubblicato uno studio sulla piattaforma di silenziamento epigenetico nel 2016 ed ora, otto anni dopo, ha potuto dimostrare che il sistema funziona anche nell’organismo vivente e non solo in vitro. Nel dettaglio è stato ridotta l’attività di un gene che influenza i livelli di colesterolo, senza correggere la sequenza di Dna ma modificando l’epigenoma. Il team ha utilizzato delle forbici molecolari, definite zinc finger che, “come il sistema Crispr-Cas9, possono legarsi a specifiche sequenze nel genoma, in questo al gene PCSK9, il bersaglio di diverse terapie esistenti per contrastare il colesterolo alto”, precisa Il Sole 24 Ore.



SI PUÒ SPEGNERE UN GENE DIFETTOSO SENZA MODIFICARE DNA: “APPROCCIO DA NUMEROSI VANTAGGI

“Rispetto ad altri trattamenti pur innovativi diretti contro PCSK9, questo approccio potrebbe avere numerosi vantaggi, trattandosi di una terapia da effettuare 1 sola volta nella vita, che non modifica la sequenza del DNA (con tutti i rischi che questo potrebbe comportare) e con effetti potenzialmente reversibili. Inoltre, la dimostrazione di efficacia ottenuta costituisce una base molto solida per sviluppare strategie di silenziamento epigenetico dirette sempre al fegato per altre malattie, come l’epatite B, ma anche ad altri organi, come il sistema nervoso centrale”, commenta Lombardo.



Grazie a questo trattamento i livelli di colesterolo degli animali sono diminuiti in solo un mese e anche i livelli della proteina PCSK9 sono rimasti bassi per tutti i 330 giorni in cui i ricercatori li hanno monitorati. “L’editing epigenetico – aggiunge Lombardo – è una tecnologia diversa e potenzialmente più sicura dell’editing genetico, che potrebbe trovare applicazione in quelle malattie che richiedono l’inattivazione o l’attivazione di un gene, e non la sua correzione mirata. Ogni giorno emergono malattie che hanno come causa diversi livelli di espressione genica e non soltanto una mutazione genica. I due sistemi, pertanto sono paralleli e alternativi”.

SI PUÒ SPEGNERE UN GENE DIFETTOSO SENZA MODIFICARE DNA: “SI PUÒ APPLICARE ANCHE AI TUMORI”

Ora Lombardo sta lavorando anche sull’epatite B e i tumori: “L’editing epigenetico potrebbe essere la strategia anti-tumorale più adatta, in quanto il cancro è proprio una malattia in cui ci sono geni da spegnere, i famosi oncogeni. A questo scopo, nel nostro laboratorio, stiamo ingegnerizzando i linfociti T, le cellule dell’immunità, attraverso l’editing epigenetico. In questo modo è possibile spegnere simultaneamente più geni in modo più sicuro, perché non c’è il rischio associato al taglio di multipli geni del Dna”.

Lombardo aggiunge cosa si intende per silenziamento epigenetico “È una sorta di interruttore molecolare che impedisce la conversione dell’informazione contenuta nel gene bersaglio nella proteina corrispondente”. Il Sole 24 Ore ha precisato che sono più di dieci le aziende italiane impegnate nello sviluppo di queste terapie, fra cui Epsilen Bio, fondata nel 2019 da Lombardo con Luigi Naldini grazie ad un finanziamento seed del fondo Sofinnova Telethon.