Milioni di auto alimentate a diesel potrebbero doversi fermare in Europa se dovesse passare una nuova norma più stringente inerenti le emissioni. A lanciare l’allarme, come si legge su il sito del quotidiano finanziario IlSole24Ore, è stato il ministro dei trasporti tedeschi, Volker Wissing, che ha inviato una lettera ufficiale alla Commissione Europea e ai principali media tedeschi, circa il rischio di immobilizzazione di un’enorme parco auto diesel circolante nel Vecchio Continente.
Forse l’allarmismo potrebbe sembrare esagerato ma è collegato ad una recente decisione della Corte di giustizia europea che ha emesso una sentenza molto stringente l’interpretazione della legge in merito alla misurazione delle emissioni inquinanti delle automobili d’Europa, a cominciare dai diesel, e che potrebbe essere recepita dalla Commissione Europea e quindi dall’Ue.
IN UE SI RISCHIA STOP DIESEL: IL CASO DELLA CORTE DI GIUSTIZIA
Ebbene, stando al caso giudiziario in questione (riguardante la Germania), se si prendesse alla lettera quanto deciso dalla Corte di Giustizia i veicoli diesel Euro 5 dovrebbero rispettare il limite delle emissioni inquinanti non soltanto dei test NEDC, quelli che erano in vigore quando venivano commercializzati in Ue le auto diesel Euro 5.
Bisognerebbe infatti prendere in considerazione le emissioni non soltanto al banco di prova ma anche in altre situazioni, come ad esempio in piena potenza, in salita e con il veicolo carico. Insomma, si tratta di una differenza netta misurare le emissioni di un veicolo sui rulli (il test che permette appunto l’omologazione) e misurare le stesse emissioni durante una guida in città e via discorrendo. Ecco perchè il ministro Volker Wissing, che ha sempre visto con scetticismo l’obbligo di produrre solo auto elettriche dal 2035 in avanti, ha chiesto dei chiarimenti all’Unione Europea, a cominciare da Ursula von der Leyen, da pochi giorni rieletta presidente della Commissione Europea.
STOP DIESEL IN UE: IL PARERE DELL’ADAC
Nella missiva riguardante il “pericolo diesel”, Wissing specifica che “allo stato attuale della tecnologia, ciò (riferendosi alle misurazioni più stringenti ndr) non è fattibile e costituirebbe quindi un successivo requisito irrealizzabile per i veicoli in circolazione. Milioni di veicoli rischiano così di essere ritirati dalla circolazione”. C’è anche il rischio che tale normativa diventi retroattiva, vada quindi a colpire le auto diesel già in circolazione e il cui test al banco di prova ha già avuto l’ok. A riguardo è intervenuto comunque l’ADAC, l’automobil club tedesco, il più importante d’Europa, secondo cui “delle modifiche apportate alla procedura di misurazione al momento della successiva accettazione di un veicolo non possono essere applicate in modo retroattivo”.
A questo punto si attende solo la replica ufficiale della Commissione Europea al ministro Volker Wissing che speriamo possa arrivare quanto prima per risolvere una situazione decisamente spinosa. Nel frattempo all’orizzonte potrebbe prefigurarsi un nuovo durissimo colpo per l’automobile europea e soprattutto per i consumatori: solo in Europa circolano fra i 50 e i 60 milioni di diesel euro 5 e 6.