Il jet di Evgenij Prigozhin, probabilmente con lui a bordo, caduto mentre viaggiava nei cieli russi. Secondo la sua compagnia militare privata Wagner nella zona tra Mosca e San Pietroburgo dove è avvenuto l’incidente era in azione la contraerea russa, mentre la Tass conferma l’accaduto ma si limita a parlare di dieci morti. “Comunque la si guardi è un punto di svolta”, commenta la vicenda Marco Bertolini, già comandante del Coi e della Brigata Folgore in numerosi teatri operativi, tra cui Libano, Somalia, Kosovo e Afghanistan. Dopo il discusso tentato golpe dello stesso Prigozhin, che aveva spinto una parte del suo esercito privato a iniziare una marcia su Mosca, molti avevano ipotizzato che la sua vita fosse in pericolo. E ora, anche se i fatti vanno chiariti e hanno bisogno di una comprensione più approfondita, questo pericolo sarebbe diventato realtà. Una vicenda che impone cautela nei giudizi ma sulla quale si possono già fare alcune riflessioni.
Generale, difficile spiegare subito in tutto e per tutto la morte di Prigozhin, ammeso che risulti confermata. A caldo che significato le si può dare?
È un segnale importante. I rapporti dei vertici russi con lui sembravano in qualche modo ricuciti. Prigozhin è stato in Africa, è girata una foto sua nel continente dove la Wagner è molto presente. Certo che se la contraerea ha abbattuto l’aereo dove sappiamo (nella regione di Tver, tra Mosca e San Pietroburgo, nda) è stato fatto consapevolmente, se invece è stato un attentato potrebbe essere attribuito a chiunque. Certamente è una evidenza di vulnerabilità del sistema russo. Quella di Prigozhin è una perdita importante. Se sono stati i russi sarebbe una resa dei conti, ma senza considerare il vuoto che si viene a creare senza di lui nella Wagner. Sicuramente è un punto di svolta. Prigozhin era una risorsa importante. La Wagner viene decapitata e destinata ad essere normalizzata.
Ma serve ancora molto ai russi?
Ha avuto una valenza strategico-politica, con la guerra ibrida dal 2014 e con la presenza in Africa guidata dal governo russo. Con la guerra in Ucraina si è inserita in un contesto strategico-militare, con tutti i mal di pancia di Prigozhin, la marcia su Mosca e il suo allontanamento. Se è stato eliminato dai russi è perché pensavano che potesse essere ancora un pericolo.
Potrebbe essere stato fatto per avere il controllo sulla Wagner, non essendo a Mosca così sicuri di averlo?
Questa potrebbe essere una spiegazione, ma c’è il rischio che la Wagner si sfasci: era un capo carismatico. Fatto fuori lui ci vuole un altro Prigozhin. Può essere un punto di svolta positivo per la Russia se è stato eliminato perché rappresentava un pericolo. Può essere negativo se si trattasse di un abbattimento non dovuto a una scelta deliberata della leadership russa, perché potrebbe indicare che c’è qualcuno in Russia che spara missili contro gli interessi del Paese. Oppure può essere un attentato ucraino e in questo caso possiamo parlare ancora di più di svolta, perché togliere Prigozhin vuol dire indebolire il complesso politico militare russo.
Le ipotesi che si possono fare al momento, quindi sono tre?
Le alternative sono tre: se sono stati i russi, ma senza la consapevolezza di quello che stava succedendo da parte di Putin, c’è qualcuno che pesca nel torbido e quindi c’è un problema politico interno; se Prigozhin è stato fatto fuori con Putin consapevole vuol dire che si vuole stabilizzare la Wagner; se invece si è trattato di un attentato fatto dall’esterno, dall’Ucraina è una mossa militare che indebolisce il dispositivo russo.
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