MUSUMECI NON SI DIMETTE MA AZZERA LA GIUNTA

«Azzero la giunta, faremo un esecutivo che dovrà portarci all’ultimo giorno»: sono ore molto frenetiche quelle che sta vivendo la Regione Sicilia dal punto di vista strettamente politico e amministrativo. Dopo la votazione di ieri sui 3 delegati da inviare a Roma il 24 gennaio per comporre i 1008 Grandi Elettori per il Quirinale, è andato in scena un clamoroso semi-passaggio a vuoto per il Presidente Nello Musumeci.



In sostanza, come da prassi, tra i tre delegati da votare per il Colle il primo viene da tradizione scelto nel ruolo del Presidente, gli altri due invece come rappresentanti di maggioranza e opposizione in Consiglio regionale. Musumeci ha però rischiato di essere escluso, risultando solo terzo nelle votazioni perché tradito da una manciata di “franchi tiratori”. Per la Sicilia sono stati eletti infatti Gianfranco Miccichè di Forza Italia, Nunzio Di Paola del M5s e Nello Musumeci (Db): rispettivamente, 44 voti su 67 votanti, 32 e soli 29 per il Governatore. Qualcuno voleva in qualche modo “farla pagare” politicamente a Musumeci, con trame e scontri che in realtà vanno avanti ormai da mese in una giunta dell’Ars sempre più movimentata.



CAOS REGIONE SICILIA: DURO ATTACCO DEL PRESIDENTE

Ad un certo punto voti dal Parlamentino siciliano facevano filtrare la possibilità delle dimissioni di Musumeci, poi ieri sera il video caricato su Facebook dove annuncia di aver azzerato la propria stessa giunta ma di non pensare assolutamente alle dimissioni. «Azzero la giunta, faremo un esecutivo che dovrà portarci all’ultimo giorno. Parlerò con i rappresentanti dei partiti, chiederò di darmi una rosa di assessori, alcuni saranno confermati», ha esordito il Presidente di Regione Sicilia, «Qualcuno ha scritto Musumeci si dimette e molla: ci vogliono ben altri ostacoli, non saranno alcuni atti di viltà politica a condizionare le mie scelte. Musumeci non lascia, raddoppia, rilancia, perché Musumeci sa di avere dalla sua parte la stragrande maggioranza del popolo siciliano al di là dei partiti». Parole molto dure quelle che esprime poco dopo lo stesso Governatore, tacciando i “franchi tiratori” di essere come dei “disertori”: «Se qualche deputato – vile e pavido – si fosse illuso, con la complicità del voto segreto, di aver fatto un dispetto alla mia persona, si dovrà ricredere. Perché il voto di questo pomeriggio – per la gravità del contesto generale – costituisce solo una offesa alle Istituzioni regionali, a prescindere da chi le rappresenta. Nella consapevolezza di avere ottenuto la fiducia del popolo siciliano, adotterò le decisioni che riterrò più giuste». Dal n.1 dei consiglieri regionali per potere e influenza, Miccicchè, arrivano parole non convintissime della scelta di Musumeci di azzerare l’intera giunta e creare un nuovo governo siciliano: «il Parlamento questo pomeriggio ha ratificato il malessere che esiste da tempo nella maggioranza, spero che il presidente Musumeci rifletta e si renda conto che deve interloquire con i partiti e non prendere per buono quello che gli riferiscono quattro sciacalletti, falsando la realtà. Mi spiace per quanto accaduto, sapevo che qualcuno nella maggioranza non avrebbe votato per Musumeci ma non avevo la percezione che avrebbero persino votato per il candidato delle opposizioni: Musumeci rifletta su questo e ripristino il rapporto necessario con i partiti», ha spiegato all’ANSA il presidente dell’Assemblea Siciliana.