Durante una visita in Sicilia, da Catania, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, ha annunciato un maxi piano di investimenti strategici da parte del governo per l’isola, al fine di renderla competitiva e rilanciare, con il Ponte sullo stretto, la regione. Affiancato dal presidente della regione Renato Schifano, il Ministro ha annunciato l’avvio di lavori per un totale di 28 miliardi di euro, fini soprattutto a migliorare strade, autostrade e trasposti ferroviari in Sicilia. E lo stesso Schifani, prendendo la parola dopo Salvini, ha elogiato il governo, sottolineando che “mai nessuno è stato così vicino” alla regione.
Il maxi piano Salvini per la Sicilia: sul piatto 28 miliardi
Insomma, in Sicilia, promette Salvini, tra poco più di un anno partiranno i lavori per il Ponte sullo stretto che vedranno lo stesso Ministro posare la prima pietra. “Oltre ai centomila posti di lavoro, reali”, sottolinea Salvini, “sarà un’opera di ingegneria unica al mondo. Dopo cinquanta, sessanta, settant’anni di chiacchiere, l’obiettivo è avviare i lavori l’estate prossima“. Un opera dal valore strategico, ma anche “una delle grandi opere più green al mondo, in termini di risparmio ambientale e mancate emissioni”.
Mentre si attende l’avvio dei lavori, che dovranno essere decisi da un apposito Decreto, in Sicilia verranno aperti diversi cantieri. Innanzitutto, la velocizzazione delle tratte ferroviarie Catania-Palermo-Messina e Salerno-Reggio Calabria, poi gli investimenti Anas per le autostrade, “più di un miliardo di investimenti, divisi in quattro lotti per fare partecipare più aziende possibile, con tanti posti di lavoro creati”. Ma anche un nuovo codice per gli appalti dedicato alla Sicilia, che “mi ha comportato qualche polemica e qualche attacco” confessa il Ministro Salvini, ma che “sono convinto che potrà fare perdere meno tempo sia agli amministratori locali che alle imprese”, fissando come data “il 1 luglio”. Insomma, si il Ponte, ma Salvini è convinto che da solo non assolverà completamente allo scopo, se non supportato da altri investimenti nelle infrastrutture locali.