Da oggi lunedì 30 agosto la regione Sicilia si è risvegliata in zona gialla, la prima in tutta Italia dopo un’estate di zona bianca nazionale: il superamento contemporaneamente delle soglie fissate dal Decreto Covid per i ricoveri ospedalieri e le terapie intensive ha costretto il Ministero della Salute a firmare l’ordinanza che pone per le prossime due settimane la Sicilia in “giallo”. Nessun coprifuoco o divieto di spostamento fuori Comune/Regione (che invece tornerebbero con la zona arancione), mentre entra in vigore l’obbligo di mascherine anche all’aperto e tutta una serie di regole che ora vediamo nel dettaglio.



Vale il pacchetto di regole del Decreto Covid approvate lo scorso 21 aprile, ovvero con l’abolizione del coprifuoco e la conferma degli spostamenti liberi all’interno e all’esterno della regione, dunque senza alcun uso/ritorno dell’autocertificazione.

– Ristoranti e bar: locali aperti sempre, anche al chiuso, ma possono sedersi al massimo 4 persone (a meno che non siano congiunti), con distanza minima di un metro tra commensali e muniti di Green Pass
– Mascherine: obbligo al chiuso ma anche negli spazi aperti, tranne in luoghi isolati
– Scuola: presenza al 100% per primarie e secondarie di primo grado (elementari e medie); presenza tra il 70 e il 100% per le superiori
– Cinema-teatri: restano aperti ma con limitazioni nella capienza dei posti, non oltre il 50%. Si prevede massimo di 1.000 persone all’aperto e 500 negli spazi chiusi e bisogna sempre indossare la mascherina
Sport: capienza consentita non può essere superiore al 25% di quella massima autorizzata. numero massimo di spettatori non può essere superiore a 2.500 per gli impianti all’aperto e a 1.000 per gli impianti al chiuso
– altre regole: aperti senza restrizioni tutti i negozi, centri commerciali (anche nei weekend), barbieri, parrucchieri



SICILIA ZONA GIALLA, IL MONITO DEL PREFETTO

Raggiunto dall’Adnkronos, il prefetto di Palermo Giuseppe Forlani ha però indicato una serie di problematiche che rendono l’inizio della zona gialla per la Regione Sicilia – che già con i dati attuali rischia nelle prossime settimane una riflessione sull’eventuale passaggio in arancione – tutt’altro che semplice. «Sa quale è il vero problema? Che le persone non vogliono più indossare la mascherina. Noi cerchiamo di essere presenti, soprattutto nelle zone dove è più alta l’affluenza di turisti, o nelle località balneari, o ancora dove si creano assembramenti per alcuni locali la sera. Ma non è semplice. In tanti ormai sono orientati a non indossare la mascherina, con l’equivoco di chi non la porta perché vaccinato», spiega il prefetto. I controlli vengono fatti con la cadenza di circa 2mila al giorno, spiega ancora Forlani all’Adn, aggiungendo «E’ evidente che in una città e una provincia come Palermo dove accadono episodi di ogni genere, le forze dell’ordine devono essere sempre presenti. I controlli vanno fatti nei locali, nelle attività economiche, cose che facciamo regolarmente». Il monito è chiaro e va diretto alla cittadinanza siciliana: «Sono le persone che si devono convincere che le regole vanno rispettate».