Il tema della sicurezza sul lavoro è tornato centrale negli ultimi giorni, dopo il tragico crollo nel cantiere di Firenze che è costato la vita a 5 persone. Uno scenario che, tragicamente, si fa sempre più frequente, oltre che sempre più drammatico, e che sembra riguardare un numero eccessivo di cantieri. Il governo Meloni, dopo l’incidente, ha annunciato un nuovo pacchetto di norme in materia, che sarà presentato nel Consiglio dei ministri di lunedì.
Eppure, oltre all’aspetto prettamente politico (nell’auspicio che questo, comunque, inverta una tendenza che rischia di diventare ancor più drammatica di quanto già non sia) la sicurezza sul lavoro sembra essere in un numero eccessivo di casi ancora una sorta di optional. Secondo una rilevazione citata da Repubblica, le irregolarità all’interno dei soli cantieri edili sono cresciute del 65% e del 76% nel corso del 2022 e del 2023, dati basati, nel primo caso, sull’ultimo Rapporto dell’Ispettorato sul lavoro e, nel secondo, sulle dichiarazioni della ministra del Lavoro Marina Calderone. Sempre nel 2022, ma guardando alla complessità dei problemi alla sicurezza sul lavoro rilevati dagli ispettori su tutto il territorio e in ogni settore, avevano rilevanza penale nel 94%, rispetto ad un timido 6% di interesse puramente amministrativo.
I numeri della sicurezza sul lavoro nei cantieri
Insomma, mentre l’attenzione pubblica si concentra attorno alla sicurezza sul lavoro, sembra che lo stesso non avvenga nei luoghi in cui dovrebbe, più che altrove, essere rispettata. Su 10 cantieri, lo scorso anno, 6 presentavano un problema che nella stragrande maggioranza dei casi si è rivelato un illecito penale, culminato in alcuni di questi nel decesso di uno o più dipendenti. Oltre al settore edile, il 26% degli illeciti sono stati rilevati nel settore terziario (vedesi voce ristorazione), il 6% nelle industrie e il 3% in agricoltura.
Guardando alla ‘classifica’ dei problemi alla sicurezza sul lavoro rilevati nel 2022 nel settore edilizio, spicca in cima il rischio di cadute, trovano nel 35% dei casi. Seguono, poi, la sorveglianza sanitaria (12%) e formazione/informazione sulle regole di sicurezza (10%). L’8% degli illeciti, invece, riguardava la valutazione dei rischi (con documenti obbligatori redatti come semplici copia e incolla generici), mentre un ulteriore 6% era in merito al mancato rispetto degli obblighi da parte dei coordinatori. Infine, il 2% dei casi riguardava rischi di investimento/seppellimento, e l’ultimo 19% era relativo ad ‘altri rischi’.
Paolo Pennesi, direttore dell’Ispettorato, parlando proprio della sicurezza sul lavoro in sede dell’emittente televisiva privata consulenti.tv, ha lanciato un appello perché venga fatto, nel 2024, “un nuovo concorso” per gli ispettori, “ci servono architetti e ingegneri per migliorare la presenza sul territorio e aumentare i controlli”. Inoltre, secondo Pennesi, è importante lavorare sulla ripenalizzazione della “somministrazione illecita di manodopera“, chiamata comunemente ‘caporalato’.