Nella sezione “Open data” del sito Inail sono disponibili i dati analitici delle denunce di infortunio – nel complesso e con esito mortale – e di malattia professionale presentate all’Istituto entro il mese di febbraio. Nel primo bimestre di quest’anno si registra, rispetto all’analogo periodo del 2022, una riduzione delle denunce di infortunio in complesso (dovuta soprattutto al notevole minor peso dei casi di contagio da Covid-19), un calo di quelle mortali e una crescita delle malattie professionali che sono state 10.399, 2.319 in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+28,7%).
La nuova norma per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza conferma l’importante legame fra il Pnrr e la tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Secondo un Decreto, l’Inail, con appositi protocolli di intesa con “aziende e grandi gruppi industriali” impegnati nella esecuzione dei singoli interventi previsti dal Pnrr, promuove l’attivazione, tra gli altri di programmi straordinari di formazione in materia di salute e sicurezza che, fermi restando gli obblighi formativi spettanti al datore di lavoro, mirano a qualificare ulteriormente le competenze dei lavoratori nei settori caratterizzati da maggior crescita occupazionale in ragione degli investimenti programmati.
Sappiamo che è fondamentale potenziare al massimo la capacità di registrazione, elaborazione e analisi delle informazioni raccolte sulle malattie da lavoro, al fine di individuare sempre meglio fattori di rischio e di esposizione e di porre in essere adeguate e mirate misure di prevenzione. E ci sarebbe anche un Piano nazionale di prevenzione sulle Malattie professionali per favorire la crescita delle conoscenze e competenze finalizzate a incidere sui comportamenti di tutti i soggetti coinvolti. Sappiamo che le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nel primo bimestre del 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dalle patologie del sistema respiratorio e dai tumori.
In tema di ispezioni sul lavoro sono recentemente giunte alcune interessanti novità, dettagliate dall’Ispettorato nazionale del lavoro nel Documento di programmazione della vigilanza per il 2023 con principali aggiornamenti in materia. L’Ispettorato ha rimarcato la crescente importanza assegnata alla tempestività delle risposte alle richieste, che arrivano direttamente dai lavoratori e dai soggetti che li rappresentano. Ecco perché l’Ispettorato ha inteso rafforzare lo “sportello utenza”, includendo anche la modalità “online” e spingendo a un maggior utilizzo degli istituti previsti a tutela del dipendente come la conciliazione. Nel quadro delle novità contenute nel Documento, per quanto attiene all’attività di controllo sui percorsi di formazione/orientamento nell’ambito dei tirocini, in particolare sarà assegnata primaria importanza agli aspetti connessi alla salute e sicurezza nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro, e alla relativa formazione. Ciò permetterà di evitare incidenti anche gravi, come purtroppo già successo, perciò speciale attenzione sarà riservata all’attività di prevenzione come anche agli iter di valutazione dei rischi, degli infortuni e delle malattie professionali. Inoltre, e ce lo auguriamo, si prevedono azioni mirate effettuate dall’Ispettorato per la rilevazione e il contrasto delle violazioni della legge in tema di parità di genere, pari opportunità e discriminazioni sul luogo di lavoro.
La programmazione della vigilanza per il 2023 vede edilizia, agricoltura, logistica e trasporti come i settori principali verso cui indirizzare i controlli relativi a salute e sicurezza nell’ambito della vigilanza cosiddetta di iniziativa. E in assenza almeno per ora di un’unitaria Agenzia nazionale (presente sulla carta, ma non operativa nei fatti), si continua a trascurare l’irrinunciabile coordinamento tra gli ispettori dei molteplici, distinti organi di vigilanza (Inl, Inps, Asl, Vigili del fuoco) che continuano a non raccordarsi tra di loro e a non scongiurare le diverse applicazioni e persino interpretazioni delle leggi spesso lamentate dalle imprese a seconda della zona di intervento.
Il nuovo Parlamento deve mettere mano a una riforma organica. Nuove norme si rendono necessarie nel Testo Unico sulla sicurezza del lavoro e negli stessi codici penali e di procedura penale, anche per chiudere i varchi aperti da una giurisprudenza diventata purtroppo meno severa rispetto al passato.
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