Il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, è stato ospite stamane del programma di Rai Uno Storie Italiane. Argomento della discussione le minacce di morte ricevute dallo stesso da parte di Cosa Nostra e precisamente dal noto clan dei Madonia. In occasione di un’intervista con il pentito di mafia Luigi Ilardo, questi gli ha appunto rilevato della minaccia: “Ho deciso di mostrare il video solo lunedì scorso – racconta Sigfrido Ranucci parlando con Eleonora Daniele – perchè era una testimonianza che riguardava un libro che avevamo scritto con Nicola biondo nel 2009/2010 e riguardava Luigi Ilardo, la prima volta che un boss di Cosa nostra raccontava i rapporti con la massoneria e i servizi segreti, facendo nomi importanti”.



Sigfrido Ranucci ha aggiunto: “Un giorno vengo contattato da questo pregiudicato e mentre stiamo svolgendo l’intervista mi dice di essere stato in carcere a L’Aquila facendo servizio di mensa, e fra i carcerati vi erano esponenti dei Madonia che parlavano del mio libro e che avevano dato l’ordine di uccidermi perchè li avevo ‘inguaiati’, usando questo termine”.



SIGFRIDO RANUCCI: “MESSINA DENARO HA DETTO STOP”

“Un’intervista che risaliva al 2015 – ha proseguito il conduttore di Report – che faceva riferimento a informazioni di cinque anni prima, e Luigi Ilardo mi aveva detto che la cosa era stata poi stoppata e quindi non mi sono preoccupato. Comunque ho messo in contatto questa persona con le autorità giudiziarie pensando che denunciasse, ma ho saluto solo pochi giorni fa che non le aveva verbalizzate e quindi ho deciso di raccontarle. Sono rimasto sorpreso, non mi immaginavo di suscitare questa reazione – Ranucci torna a parlare delle minacce – ma ero abbastanza tranquillo dal pensare che il pericolo fosse finito in quanto apparteneva ad un determinato periodo della mafia”. Il giornalista di Rai Tre ricorda come lo stop sia arrivato dall’alto: “E’ arrivato uno stop da parte di Matteo Messina Denaro: quando sei in carcere devi avere il placet di chi è fuori e comanda, bisogna evitare di fare rumore, di non fare strage ed omicidi eccellenti perchè questo avrebbe comportato una rivalsa dello stato. La solidarietà di altri? Di per se è una qualità rara, mi tengo la solidarietà di colleghi e magistrati”.

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