Il giornalista Rai Sigfrido Ranucci è stato quest’oggi ospite sulle frequenze di Radio Radio TV, parlando non solo di Coronavirus ma pure delle vittime che potrebbe definire “collaterali” dell’epidemia che ha cambiato il corso degli eventi nel mondo in questa prima metà di 2020. Mentre da più parti esperti e opinionisti mettono in guardia sulla possibile seconda ondata dei contagi da Covid-19 il prossimo autunno (con un picco a ottobre), il 58enne conduttore di “Report” ha posto invece il focus non solo sul fatto che al momento non vi cono certezze ma che, a qualche mese oramai dall’inizio della emergenza, si dovrebbe parlare anche delle vittime parallele di questa pandemia. Ricordando il caso di tutti quei pazienti (soprattutto oncologici ma non solo) che non hanno avuto occasione di curarsi per via dello tsunami che ha colpito il sistema sanitario nel nostro Paese, Ranucci ha detto durante la puntata di “Un giorno speciale” (talk condotto da Fabio Duranti e Francesco Vergovich) che l’Italia è uno dei Paesi che conta più morti ma la prossima pandemia, quella seria, sarà formata da tutti quei pazienti che non sono stati in questi mesi accolti negli ospedali e che non hanno potuto fare, o hanno dovuto riorganizzare, i propri cicli di chemioterapia”.



SIGFRIDO RANUCCI, “LA PROSSIMA PANDEMIA SARA’ QUELLA VERA PERCHE’…”

Secondo Ranucci, che grazie anche al suo “Report” ha messo in luce i tanti aspetti contraddittori della gestione della pandemia nel mondo, bisognerebbe tornare a monte del problema: secondo il giornalista e conduttore del servizio pubblico, infatti, “le pandemie ci sono e ci sono sempre state ma c’è un problema di antibiotico resistenza, siamo il Paese che in Europa ha avuto più morti per un batterio e non abbiamo ancora preso precauzioni per prevenirla”. A suo dire, sempre prendendo a esempio il Vecchio Continente, non è certo un caso che la Germania abbia finora dovuto contare meno morti dal momento che si tratta dello Stato UE che aveva più volte aggiornato il proprio piano anti-pandemie (fino al 2017), mentre c’è stato chi come Spagna e Italia hanno fatto più che altro un copia-e-incolla di documenti risalenti al 2006. E aggiunge: “Il fatto che non siano stati presi provvedimenti è la cosa più grave e se si dovesse ripresentare la pandemia vorrei sapere quali provvedimenti sono stati presi” ha concluso Ranucci ricordando anche che gli ospedali italiani negli ultimi mesi sono diventati i veri incubatori di virus e batteri come diverse inchieste giornalistiche hanno avuto modo di documentare.



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