Un messaggio sibillino di WhatsApp e un tweet di Elon Musk: et voilà, in tantissimi hanno deciso di passare a Signal, abbandonando la più famosa app di messaggistica. Ma attenzione: è una bufala! WhatsApp negli scorsi giorni ha diramato un messaggio di avviso sull’aggiornamento privacy per il 2021. Questo ha seminato il panico tra molti utenti, complice anche un tweet di Elon Musk che telegraficamente ha scritto: “Use Signal” (usate Signal). La convinzioni (sbagliata) di molti utenti è che Signal non richiederà un aggiornamento sulla privacy e nuovi termini entro l’8 febbraio, diversamente da quanto impone WhatsApp.
In tutta questa vicenda, anche WhatsApp ci ha messo del suo, va detto: il messaggio arrivato agli utenti era tutto fuorché chiaro e il team si è mosso davvero tardi per cercare di riparare all’errore. Al posto loro ci hanno pensato numerosi giornali, tra cui anche The Indipendent, che ha rassicurato che la nuova privacy WhatsApp 2021 non influirà in alcun modo sull’utilizzo dell’app in Italia e nel resto d’Europa. Ma intanto continuano i download di Signal che, per inciso, lavorano con gli stessi standard di sicurezza e con la stessa crittografia end-to-end.
BOOM DI DOWNLOAD PER SIGNAL, MA L’APP NON CE LA FA
Di tutta questa confusione sta approfittando Signal, che in questi giorni sta registrando un boom di download, al punto che si stanno registrando numerosi ritardi sull’invio del codice di verifica. Il team ha provveduto a scusarsi tramite Twitter del 6 gennaio: “I codici di verifica sono attualmente in ritardo da diversi provider perché così tante nuove persone stanno cercando di unirsi a Signal in questo momento (riusciamo a malapena a contenere la nostra eccitazione). Stiamo lavorando coi tecnici per risolvere il problema il più rapidamente possibile. Tenete duro”. Tempo un giorno e il problema sembrava essersi già risolto. A questo punto sia chiaro che ognuno è libero di usare l’app di messaggistica che preferisce, ma quello che è bene sottolineare è che alla base della situazione scoppiata negli scorsi giorni c’è nient’altro che un malinteso. Ironia della sorte, come ha precisato anche Facebook, che possiede WhatsApp, i protocolli di privacy a cui le due piattaforme devono attenersi sono gli stessi, essendo imposti dalla normativa europea.