I contagi Covid tornano a salire: sono aumentati del 43% rispetto a sette giorni fa. Nuove varianti sono state rilevate in tutta Europa, Italia compresa. “Quello che abbiamo visto anche in passato è che nelle settimane post-rientro dalle ferie, che non erano necessariamente solo quelle estive, per Natale o Pasqua valeva lo stesso, la curva si è sempre alzata” spiega Carlo Signorelli, professore di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica all’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, a Libero. “L’allarmismo, in questa fase, non ha senso. Ricordiamoci, per altro, che ancora oggi, per le caratteristiche che ha quest’infezione, almeno una metà dei casi, ma forse anche di più, non viene diagnosticata“.
Infatti, “questi numeri che leggiamo oggi potrebbero tranquillamente essere ascritti a un aumento di test e di diagnosi. E non a un aumento reale delle infezioni”. Per questo, secondo l’esperto, non dovrebbe esserci “nessuna preoccupazione. Però abbiamo sempre detto che dobbiamo continuare a fare la sorveglianza, e questo è un altro punto che dobbiamo tenere a mente. Nel giro di due o tre settimane capiremo se questo movimento è un movimento post-ferie o se, effettivamente, c’è un aumento della circolazione rispetto ai mesi estivi e precedenti alle vacanze. Questa cosa però, al momento, non la possiamo dire”.
Signorelli: “No all’aumento delle restrizioni”
Un aumento delle restrizioni, nonostante l’aumento dei casi di Covid-19, non è al momento contemplato. Come spiega Carlo Signorelli a Libero, “chi sostiene questo parla senza elementi che possano giustificare queste misure. Certo, ci sono delle eccezioni”. Infatti, “le cautele che devono riguardare i soggetti fragili. Ma queste valgono sempre, in qualunque momento e non solo per il Covid”. Tra un mese, in Italia, partirà la campagna vaccinale: “Siamo alla vigilia, a ottobre ricomincia. Abbiamo visto la registrazione di un vaccino che contiene la protezione nei confronti della variante e dovrebbe essere usata da tutti i soggetti a rischio di forme gravi”.
Anche per l’influenza è prevista una campagna vaccinale, dedicata ad un gruppo più o meno simile: “Più o meno corrispondono, tanto è vero che il ministero della Sanità dice, laddove sia possibile, di somministrare assieme i due vaccini. Anche se una differenza c’è”. Infatti, “l’influenza arriva a dicembre. Per il Covid abbiamo visto che la circolazione non segue le stagioni. Si tratta sempre di una malattia a trasmissione respiratoria, le categorie a rischio sono le stesse, ma qui abbiamo una circolazione che non è più di tanto influenzata dalla stagionalità”. Nonostante l’aumento, oggi “il Covid oggi è una malattia più gestibile di qualche anno fa. Anzi, lo è anche più di altre patologie. Pensi al West-Nile virus che pure abbiamo. È molto più insidioso. Non si combatte con l’isolamento, basta una zanzara. Non esiste neanche un vaccino specifico”.