Al quotidiano polacco Rzeczpospolita, Sikorski, ministro degli Affari Esteri polacco, parla dei gasdotti del Nord Stream manomessi nel settembre 2022? “Se si deve credere alla stampa, è stato fatto da qualcuno che aveva un interesse personale in questo. E la parte americana ne era a conoscenza e non ha impedito la cosa. Quindi, sembra che ci fosse molto di cui essere grati… E il mio personale atteggiamento nei confronti del Nord Stream è noto da molti anni” spiega. Importanti media americani e tedeschi hanno suggerito che dietro a tutto ciò potrebbero esserci gli ucraini. “Credo che sia stato fatto da qualcuno che aveva un interesse acquisito” ha aggiunto.
Il presidente Emmanuel Macron non esclude l’invio di truppe NATO in Ucraina, cosa che la Polonia ha accolto con favore. “Se ho capito bene la proposta francese, si trattava di addestrare i soldati ucraini in Ucraina lontano dal fronte e di aiutare nella difesa aerea, sempre lontano dal fronte. Credo che l’iniziativa francese abbia già portato dei benefici, perché grazie ad essa abbiamo avuto teleconferenze di grande successo sull’iniziativa ceca. Probabilmente grazie a questa manovra tattica del presidente Macron finalmente abbiamo ciò che è stato oggetto di negoziati per un anno, cioè 5 miliardi di euro del Fondo per la pace dell’UE, che ora è destinato principalmente all’armamento dell’Ucraina” spiega Sikorski.
Sikorski: “La possibile ammissione dell’Ucraina…”
Sikorski, ministro degli Affari Esteri polacco, dopo aver appoggiato l’idea di Macron di inviare truppe NATO in Ucraina, spiega al quotidiano polacco Rzeczpospolit: “Ci auguriamo che anche in Francia ci sia continuità nella politica estera. Marine Le Pen, a quanto ho capito, non accetta più soldi da Putin e non vuole più portare la Francia fuori dall’UE. Questo è il progresso”. Al vertice NATO di luglio anche la Polonia verrà chiamata a votare sull’adesione dell’Ucraina all’alleanza: “Vorrei ricordarvi che quando abbiamo invitato la Svezia e la Finlandia, abbiamo anche annunciato che ciò significava che le garanzie si applicavano già a loro, in modo da non creare un periodo di transizione. Se l’Ucraina fosse invitata e avesse già garanzie di sicurezza, sarebbe un invito ad entrare in guerra con la Russia. Dubito che l’opinione pubblica nella maggior parte dei Paesi europei, compresa la Polonia, sia pronta per questo”.
Sul discorso del nuovo capo della NATO, il ministro spiega: “Abbiamo domande fondamentali per tutti i candidati, ad esempio relative al loro atteggiamento nei confronti degli ultimatum russi, del Consiglio NATO-Russia o di varie minacce russe. C’è ancora qualche discussione davanti a noi”. Infine, riguardo un suo possibile ruolo a Bruxelles, il polacco puntualizza: “Leggo queste speculazioni, ascolto le voci dell’opposizione odierna e quelle che provengono dal Palazzo Presidenziale. Ho l’impressione che alcune persone in questi ambienti misurino gli altri con il proprio metro di giudizio. Non riescono a immaginare che qualcuno possa considerare la carica di Ministro degli Affari Esteri nella libera Polonia un onore più grande che andare a Bruxelles”.