«Ho diverse pressioni, qualche minaccia: stamattina sono dovuto andare a fare un esposto per delle pressioni indebite che ho ricevuto»: così Pierpaolo Sileri ai microfoni de L’aria che tira. Il viceministro della Salute ha poi rimarcato: «Poi sarà la Procura, io ho fiducia negli investigatori, che delimiterà il perimetro di queste pressioni che ho avuto e capiranno se sono debite o indebite. A volte quando ti metti contro il sistema è quello che devi pagare, ma io rimango al mio posto e me ne infischio».
Ricordiamo che già da giorni si parla delle minacce ricevute da Pierpaolo Sileri, da giorni sotto tutela a causa di pressioni per tentativi di corruzione rispetto all’attività politica, in particolare riguardo alla destinazione dei fondi pubblici per l’emergenza coronavirus. Come riportato da Repubblica, la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta contro ignoti e sarebbe anche coinvolto un alto dirigente della Sanità. (Aggiornamento di MB)
SILERI: “FESTA INTER? RIPERCUSSIONI SULLA LOMBARDIA”
Preoccupano le possibili conseguenze della festa scudetto dei tifosi dell’Inter, i 30mila supporters nerazzurri che si sono ritrovati domenica pomeriggio in Piazza Duomo a celebrare la propria squadra. “Un po’ di preoccupazione c’è – non si nasconde il viceministro della salute, Pierpaolo Sileri, intervistato oggi dal quotidiano La Stampa – fa male vedere piazza Duomo con 30 mila tifosi urlanti, in festa, molti senza mascherina. Quelle persone hanno dimostrato di non avere un briciolo di buon senso. Vuol dire che si sottovaluta ancora troppo il rischio”. Se fra i 30mila vi era qualche positivo, cosa molto probabile “è sicuramente avvenuto qualche contagio. Quanti, potremo dirlo solo tra due settimane”. Quindi Sileri fa un breve calcolo: “Sappiamo che l’incidenza in Lombardia è di circa 14 casi ogni 10 mila abitanti Se in piazza Duomo c’erano 30 mila persone, allora 45 di loro doveva essere positivi. Quante ne hanno infettate, a loro volta, difficile dirlo. Dipende dalla loro attenzione alle misure di sicurezza, come mascherina e distanziamento”.
A complicare ulteriormente le cose il fatto che in piazza Duomo non vi erano solo milanesi: “Ci sarà stata gente arrivata da Varese, Cremona, Pavia e altri comuni vicini. Parlerei quindi di possibili ripercussioni sulla Lombardia, non solo su Milano”. Secondo Sileri non c’era modo di evitare l’assembramento in Piazza Duomo dei tifosi dell’Inter: “Le forze dell’ordine hanno controllato nei limiti del possibile, la festa non era prevedibile e sono riuscite a non far proseguire i festeggiamenti oltre l’orario del coprifuoco. L’alternativa era la zona rossa per un giorno in tutta Milano, ma i tifosi avrebbero fatto in modo di vedersi in qualche comune vicino o alle porte della città. E magari in spazi meno ampi di quelli di piazza Duomo, quindi ancora più pericolosi”.
SILERI: “APP IMMUNI? NON UN FALLIMENTO MA UNA DELUSIONE”
Cambiando argomento, Sileri si auspica il recupero della capacità di tracciamento, così come avvenuto durante la prima ondata, e a riguardo rispolvera l’app Immuni: “Quello di cui abbiamo bisogno è anche di recuperare la capacità di tracciamento del virus. Immuni non è stato un fallimento, ma una delusione sì. Ci credevo moltissimo, eppure l’app non è stata pubblicizzata abbastanza, ha subito l’attacco ingiustificato del centrodestra e non sono state coinvolte nelle fasce più anziane della popolazione. Per queste ragioni è nata male ed è finita peggio. Anche tracciando solo pochi casi, Immuni resta utile”.
Resta il fatto, episodio in piazza Duomo a parte, che qualche segnale positivo inizia a vedersi: “C’è stato un calo vistoso dei ricoveri, certo, più di 200 morti al giorno sono ancora tanti, troppi. Credo però che alla fine di questo mese arriveremo a toccare la soglia dei 15 o 20 decessi al giorno. Il crollo del numero di morti arriverà nelle prossime settimane, grazie ai vaccini. E quando avremo raggiunto il 70% della popolazione adulta vaccinata con almeno una dose, scenderemo sotto i dieci morti al giorno”. E a proposito di vaccini, per l’esponente del Movimento 5 Stelle sarà necessario molto probabilmente effettuare un richiamo una volta all’anno, mentre sulle visite ai pazienti nelle Rsa: “Questo è un mio cruccio. Oggi nelle Rsa il 94,4% degli ospiti ha ricevuto la prima dose di vaccino e l’80% ha la seconda dose, compreso il personale. Non vedo rischi allo stato attuale. Con ingressi contingentati, una lista a rotazione e tamponi all’ingresso, non vedo perché non dovrebbero riaprire le visite ai parenti. Ho sollecitato più volte e l’ho detto anche a Rezza”.