Sempre moderato nei suoi interventi, Pierpaolo Sileri oggi si è lasciato andare ad un duro sfogo a Non è l’Arena. «Quando il virus corre troppo, i numeri sono meno accurati. Il percepito è diverso dal numero. Se mi chiedete cosa penso della Campania dopo aver visto il Caldarelli, dico che penso che stiano facendo uno sforzo sovraumano per rispondere ad un territorio che in alcune aree è davvero assente», ha dichiarato il viceministro della Salute in collegamento con lo studio di Massimo Giletti. Poi ha spiegato che in base alla sua percezione tra qualche giorno purtroppo anche la Regione Campania avrà bisogno di restrizioni molto forti. «È evidente che il mio percepito ha bisogno di numeri. L’analisi di quei numeri consentirà di dire se necessario trasformarla in una zona rossa o arancione». Quindi, Pierpaolo Sileri a La7 ha ribadito che dietro determinate scelte non c’è colore politico.



LA SFURIATA DI SILERI A NON È L’ARENA

«Lo vogliamo capire che siamo in guerra?», urla Pierpaolo Sileri a Non è l’Arena. «Non si tratta di colore politico, ma di sicurezza nazionale, che passa dai sacrifici», spiega il viceministro della Salute che si lascia andare ad un duro sfogo. «Il sacrificio è anche nostro che dobbiamo analizzare i dati, gestire, informare e dare ed è una sofferenza». Quindi Sileri spiega qual è la sua sofferenza: «Voi non immaginate che sofferenza ho io a pensare ai 38mila morti, ai colleghi morti e ai colleghi che mi chiamano tutti i giorni chiedendo di fare zone rosse perché non ce la fanno più». Con i toni alzati ha spiegato che la politica c’entra poco in questo caso: «Stiamo lottando per salvare l’Italia. Ora non è un colore politico. Me ne infischio di Pd, M5s e Lega. Chi se ne frega! Si parla di sanità, di salute. Punto». Riguardo le cose che ancora non funzionano: «Questo è il momento di rimboccarsi le maniche e lavorare, poi chi ha sbagliato verrà a cacciato a calci nel culo!».

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