«Per sconfiggere il Covid ci sarà bisogno di adesione massiccia al vaccino», lo spiega il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri nell’intervista odierna a “La Stampa”, ma senza quella adesione di massa allora la possibilità di rendere il vaccino anti-Covid obbligatorio potrebbe seriamente essere presa in considerazione. «Se nei prossimi mesi la campagna non dovesse raggiungere i 2/3 della popolazione, allora si dovrebbero prendere delle contromisure. Tra queste, c’è l’obbligatorietà. Ma non è un problema attuale. Sono fiducioso», rilancia il viceministro in area M5s.
La polemica di questi giorni su alcune resistenze evidenziate nel personale sanitario sull’adesione alla campagna vaccinale (il caso di Brescia, ma non solo) ha riacceso il dibattito sull’obbligo dei vaccini sia in campo Sanità che per Scuola e in generale l’intera attività lavorativa del Paese: per la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa l’obbligo andrebbe già immesso, mentre altri scienziati (come Vaia dello Spallanzani) e politici bipartisan (come il Premier Conte, Salvini, Calenda e in parte lo stesso SIleri) occorre agire con delicatezza dato l’estrema complicanza che potrebbe generare un vaccino anti-Covid obbligatorio nei prossimi mesi (con “rischio no vax” che invece di diminuire potrebbe aumentare per protesta).
SILERI: “MEDICI NO VAX UN FALLIMENTO DELLA SANITÀ”
E così il viceministro Sileri si dimostra ben consapevole di quei rischi, tanto da ribadire come solo nel caso estremo di forte non adesione ai vaccini (almeno due terzi devono essere “coperti” dal vaccino) si potrebbe parlare di obbligatorietà: «rispetto ai dubbi del personale sanitario metterei in dubbio la qualità del nostro sistema formativo. Avere dei no vax tra i medici equivale a un fallimento. Al momento non è prevista alcuna obbligatorietà». Secondo Sileri se da un lato è anche comprensibile che ci possa essere riluttanza da parte di alcune persone, «perché questo è un vaccino nuovo», dall’altro canto se a mostrarsi reticente è il personale sanitario «che ha una laurea per capire che i rischi sono quelli di un qualunque altro vaccino, allora a quelle persone dico che hanno sbagliato lavoro».
Capitolo finale sulla disquisizione in merito ai tempi e alle dosi del vaccino, con Sileri che a “La Stampa” conferma «il vaccino non ci proteggerà dalla terza ondata, temo proprio di no. Il vaccino, che ha un’efficacia accertata a un mese dalla prima dose, nulla potrà sulla probabilissima recrudescenza che vedremo nei prossimi giorni, dovuta alla maggiore circolazione durante le feste, pur con tutti i limiti adottati». Sulle più dosi alla Germania per Sileri «va fatta luce, se c’è stato un errore nella distribuzione .Comunque, ci sono delle percentuali settimanali destinate a ogni Paese e queste verranno rispettate».