Con l’avvento del nuovo governo firmato Mario Draghi, nessuno può dire quali saranno i ministri e i loro vice che saranno confermati o meno, e lo stesso vale anche per Pierpaolo Sileri, attuale viceministro della Salute in quota al Movimento 5 Stelle, e a fianco da un anno e mezzo del ministro Speranza.
Sileri è stato intervistato da Rai Radio 1 presso il programma “Un Giorno da Pecora” e nell’occasione ha spiegato: “Ho pronti già quindici scatoloni, li ho numerati tutti”, e su un’eventuale sua permanenza aggiunge: “non ho notizie su una mia eventuale riconferma”. Situazione simile per il suo datore di lavoro, Roberto Speranza: “No, credo non lo sappia nemmeno lui”. Sileri è stato senza dubbio uno degli esponenti del governo Conte Bis più apprezzati durante questa pandemia di covid: “Sono lusingato, le persone per strada mi ringraziano per il mio lavoro“.
SILERI: “DISPIACIUTO SE DOVESSI ANDARMENE”
Ovviamente Sileri è dispiaciuto nel caso in cui alla fine dovesse lasciare il suo posto: “Sarei un folle a dire di no – spiega – mi dispiace andare via, abbiamo lavorato bene, anche se certe cose – osserva – dovevano, potevano e dovranno esser fatte meglio, ma la squadra ha lavorato bene in questi mesi”, per aggiungere che comunque “il lavoro è impostato su chi verrà dopo di noi”. La cosa certa è che Sileri si dice pronto ad appoggiare senza ombra di dubbio il premier incaricato Mario Draghi, “Perché siamo in periodo di pandemia – aveva detto ieri, come riferito IlFattoQuotidiano – e con una campagna vaccinale da portare avanti e c’è un’Italia da mettere in salvo”. Sempre nella giornata di ieri lo stesso viceministro alla Salute aveva invitato a mantenere il blocco fra regioni oltre il 15 febbraio, quando scadrà il prossimo Dpcm: “Chi farà prossime regole dovrà, a mio avviso, mantenere chiuse le region – le sue parole a Omnibus su La7 – e lo dico da aperturista quale sono, tanto che sostengo la riapertura dei ristoranti fino alle 22, con i dovuti controlli, ma lo scambio di persone fra le regioni al momento non deve essere permesso perché potrebbe consentire, purtroppo, lo sfortunato passaggio di una variante da una regione all’altra e non possiamo permetterci di buttare nel secchio i sacrifici fatti”.