La strategia del governo per la campagna vaccinale cambia. Ora bisogna accelerare sul richiamo, procedere in maniera spedita per evitare problemi con le varianti Covid in vista dell’autunno. Per Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, bisogna spingere anche sui “pigri”, quelli che rimandano il richiamo a dopo le vacanze. «Non ho intenzione di fare allarmismo, ma dico solo che dobbiamo fare presto, perché non siamo ancora al sicuro», ha dichiarato nell’intervista a L’Eco di Bergamo. Sileri ha garantito che c’è il pressing del governo è duplice: «Bisogna convincere chi non si è vaccinato, ma bisogna accelerare anche con le seconde dosi». Anche se è stata estesa la possibilità di somministrare la seconda dose a 42 giorni, perché c’era carenza di dosi, si può tornare a riavvicinare il richiamo. «In questo modo avremo più immunizzati in autunno per affrontare bene le nuove varianti. Se procediamo in maniera spedita, in autunno il problema sarà limitato ai pochi non vaccinati». La preoccupazione di Sileri non è per la diffusione della variante Delta, ma per il rischio che calino le richieste di vaccinazioni. «Ora stiamo andando bene, ma nel pieno dell’estate la gente potrebbe cominciare a sottovalutare l’importanza dei vaccini».



SILERI “ASTRAZENECA POTREBBE NON ESSERE PIÙ ACQUISTATO”

«Sì, ammetto che c’è stato un problema di comunicazione». Così Pierpaolo Sileri in merito alla questione seconda dose AstraZeneca. Nell’intervista a L’Eco di Bergamo ammette che non si può escludere che non venga più acquistato dal governo. «È presto per dirlo, ma è possibile che non venga più acquistato in futuro. Adesso la variante Delta sta sostituendo quella inglese, dunque è possibile che in futuro gli acquisti vengano orientati al vaccino che risponde meglio a questa mutazione del virus». Secondo il sottosegretario alla Salute, a settembre si saprà qual è il vaccino anti Covid che risponde meglio alle varianti e quindi su quale bisogna investire. «Stiamo osservando le capacità di risposta di tutti i vaccini che sono disponibili al momento. La scelta cadrà su quelli più efficaci secondo le evidenze scientifiche». Così come è possibile che ci sia bisogno di una terza dose, anche se per Sileri non è poi così imminente. «La vedo necessaria per coloro che hanno problematiche di immunodepressione. I fragili potrebbero averne bisogno prima degli altri. Per fare un esempio, potrebbero avere bisogno della terza dose tra qualche mese i trapiantati». Infine, replica a Bassetti, secondo cui l’Italia ha un ritardo di 30 anni su ricerca e investimenti nei servizi di prevenzione sanitaria: «Non sono trenta, ma sono sicuramente una decina. La contrazione del 2009 e del 2010 si può recuperare. Ora le risorse ci sono».

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