Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, è stato ospite in collegamento stamane con il programma di Rai Uno, Storie Italiane. Molti gli argomenti affrontati dal numero due di Speranza, a cominciare dalla riapertura delle scuole e di altre attività: “Nella scuola la classe è gestita bene, c’è il rispetto delle regole, e lo stesso può accadere anche al di fuori della scuola come ad esempio teatri, cinema e ristoranti; io ho sempre detto di tenere aperti i ristoranti il più possibile perchè si possono rispettare regolare e controllarli. La scuola dobbiamo tenerla aperta e osservare ciò che accade progressivamente, se poi la seconda ondata scemerà dovremo aprire altri settori in sicurezza con il rispetto le regole”.
“Gli impianti sciistici riapriranno dopo il 18 – ha proseguito Sileri – devono riaprire con regole precise e serve per dare agli italiani una nuova normalità e far capire che la strada deve essere in discesa ora che c’è il vaccino; ciò non significa che si è liberi, ma c’è una soluzione, che arriverà in piena solo quando arriveranno anche gli altri vaccini: intravediamo questa libertà ma le cose devono ricominciare con sicurezza, e controlli, piano piano, non possiamo aspettare tutto il 2021 per riprenderci la libertà, dobbiamo fare piccoli passi avanti più di quelli indietro, sarà necessario fare restrizioni magari in alcune aree, e piano piano ne usciremo fuori”.
SILERI: “DOBBIAMO RIAPRIRE CON MODERAZIONE, SUL VACCINO…”
Sulla possibilità di una zona bianca dopo il 15 gennaio, Sileri replica: “Auspicabile una zona bianca dopo il 15 ma tutto dipende dal tipo di contagio, io credo che dove il contagio sia sotto-controllo perchè magari ti trovi in un’area avvantaggiata, è giusto che le attività possano essere riaperte, le chiusure chirurgiche devono interessare le zone più a rischio, deve essere tutto fatto comunque con moderazione. Riaprire un cinema, un teatro, dove hai il posto assegnato, il controllo della temperatura, con afflusso limitato, non vedo perchè non debba essere fatto, parlo di cinema, teatri e altre attività perché la vita è fatta di cose piccole, che piano piano devono essere consentite compatibilmente con l’andamento del virus perchè danno speranza e forza”. Sul vaccino: “Medicina del Territorio e ospedali faranno un match fra dati anagrafici, malattie varie e individueranno chi dovrà essere vaccinato prima, e anche i medici di famiglia faranno la loro parte perchè sono quelli che conoscono meglio i propri pazienti. Noi al momento abbiamo 9 milioni di dosi, che significa 4.5 milioni di persone da vaccinare. Ricordiamo che la vaccinazione si completa con il secondo richiamo. Dopo personale sanitario, Rsa e pazienti, si procederà con i più anziani, i più fragili e poi il resto della popolazione. Secondo i piani dovremmo aver fatto per giugno un’importante fetta popolazione, ma a patto che i vari vaccini ricevano gli ok dagli enti regolatori: ad oggi c’è solo Pfizer, mancano Moderna, Astrazeneca e altre ditte”. Sulle parole di Gallera