Pierpaolo Sileri, viceministro della salute, è tornato a parlare della possibile seconda ondata di Coronavirus ipotizzata anche nel nostro Paese con la fine dell’estate. Ci sarà davvero? Già in una precedente intervista al Corriere della Sera di qualche giorno fa aveva smentito, a suo dire, questa eventualità ed oggi lo ha ribadito nell’ambito di un suo intervento alla presentazione dell’iniziativa di screening in piazza Cavour organizzata dall’Ordine degli avvocati di Roma con test sierologici gratuiti per tutti coloro che sono iscritti. “Si parla di una nuova violenta ondata del virus a settembre-ottobre, ma io non credo che così sarà. Anzi, se diamo un messaggio di paura può accadere addirittura l’opposto”, ha commentato. Sileri ha proseguito asserendo: “Noi dobbiamo dire le cose come sono. Se tutti lavorano in sicurezza, stando tranquilli si lavora meglio e si lavora di più. L’Italia deve ripartire e si riparte facendo capire alle persone che la malattia esiste, il virus è fra noi, inutile negarlo”. A detta del viceministro, oggi i positivi sono in numero minore ma i pazienti continuano ad esserci.

SILERI “SECONDA ONDATA A SETTEMBRE-OTTOBRE? SE COSÌ SARÀ CONTROLLO SUI FOCOLAI”

Pierpaolo Sileri ha messo in guardia, nel corso del suo intervento, sui rischi a cui potrebbe andare incontro l’Italia: “Se continuiamo a creare terrore pensando a ciò che è successo in passato, l’Italia non riparte”, ha proseguito il viceministro. Sileri ha ribadito quindi che il virus è tra noi, abbiamo imparato a convivere con esso. Ha puntualizzato l’uso della mascherina solo all’interno – “se si è all’esterno e a distanza non serve” – e tornando sulla possibile seconda ondata ha aggiunto: “una possibile seconda ondata non sarà come la prima e se viene paragonata alla Spagnola, era 100 anni fa, la portavano i più gravi che tornavano dal fronte, non c’erano le cure che ci sono oggi, non c’era la comunicazione che c’è oggi”. Ritornando sull’app Immuni, Sileri poi ribadito che grazie alla tecnologia “oggi siamo tutti più consapevoli”. “Se dovesse tornare – ha concluso – controlleremo i focolai. Ma niente panico, dobbiamo abituarci a questo. Dire che avremo di nuovo mille morti al giorno non aiuta nessuno. Andiamo avanti, recuperiamo, corriamo”.