Il viceministro della Sanità Pierpaolo Sileri si è detto “atterrito” all’idea che al Billionaire in Sardegna, lo storico locale dei vip fondato e diretto da Flavio Briatore, possano esserci stati dei clienti che abbiano dato numeri di telefono falsi all’ingresso per non ricevere i controlli successivi in caso di contagi Covid-19. Intervenuto ieri a Radio Cusano Campus, il politico e medico M5s condanna la possibilità di “aggiramento” delle regole anti-coronavirus nel locale – ora chiuso, in Costa Smeralda – divenuto in questi ultimi giorni sia focolaio di contagi che vero e proprio caso mediatico, specie dopo il ricovero di Briatore al San Raffaele di Milano per positività al Sars-CoV2. «Io rimango atterrito quando sento che sono stati dati dei numeri di telefono falsi all’ingresso del ‘Billionaire’, non so come verranno rintracciati questi clienti che hanno dato il numero falso, spero verranno trovati con un’altra formula. Magari se hanno pagato con la carta di credito potrebbero essere rintracciati. Immagino la Procura aprirà un’inchiesta su questo», attacca Sileri.



LA REPLICA DI BRIATORE: “RISPETTATE TUTTE LE REGOLE”

Partendo dalle liste che il Billionaire deve consegnare alle Asl – come tutti i locali pubblici secondo le regole Covid-19 imposte dall’ultimo Dpcm – si potranno fare dei controlli incrociati per capire chi realmente ha partecipato alle serate nei locali, ma che al momento non risulta nelle liste d’ingresso. Ma non ci sono solo i numeri falsi sotto la lente di ingrandimento della Procura di Tempio Pausania che ha in carico l’indagine: nei prossimi giorni, spiega il Messaggero, gli investigatori potrebbero già iniziare ad acquisire la documentazione sui dati forniti all’ingresso ma anche alle procedure seguite all’interno del locale extra-lusso che si è trasformato in un focolaio di Covid-19 con 60 dipendenti risultati positivi al coronavirus. Oggi intervistato da La Stampa, Briatore esclude però che vi siano delle irregolarità nella gestione del Billionaire: «abbiamo sempre rispettato le regole, facendo entrare il giusto numero di persone. Ma vedendo come andavano le serate non bastava contingentare gli ingressi e predicare il distanziamento: non ci può fare nulla nessuno se fai entrare 100 persone in mille metri quadri e loro stanno tutte appiccicate. Per tacere di altri comportamenti». Briatore spiega che infatti vi sono stati diversi gruppi di ragazzi che entravano e ordinavano le casse di champagne poi bevute sulle spiaggia a gruppi di 50-60 alla volta, «Ballavano e facevano festa sino all’alba. Lì certo non potevamo intervenire», conclude l’imprenditore dal letto d’ospedale (in buone condizioni di salute, ndr) al San Raffaele di Milano.

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